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Speciale letteratura e fantascienza: gli Alieni e la storia

alieno
/a·liè·no/

dal latino alienus col vario significato di «appartenente ad altri, altrui; straniero; estraneo; avverso»

Gli albori

Gli extraterrestri nella fantascienza, e più in generale nella cultura di massa, sono rappresentati come forme di vita generalmente intelligenti provenienti da un pianeta diverso dalla Terra. Il loro ruolo però non è solo quello di meri protagonisti/antagonisti di storie spaziali, ma spesso e volentieri quello di vero e proprio specchio degli stravolgimenti storici.

Durante la prima fantascienza delle riviste “pulp” statunitensi, gli extraterrestri sono mostri o “omini verdi” e, più in generale, semplici personaggi stereotipati, per lo più antagonisti malvagi dell’eroe umano. Non hanno una vera e propria connotazione psicologica e la loro caratteristica principale è semplicemente quella di voler invadere la Terra.

In queste prime storie avventurose, gli extraterrestri provengono di solito da Marte: pianeta lontanissimo e sconosciuto fino a pochi decenni fa, veniva considerato come possibile culla di un’altra civiltà.

Con il romanzo del 1898 La guerra dei mondi di H.G. Wells (di cui ho parlato QUI), che rappresenta realisticamente un’invasione della Terra da parte dei marziani, l’idea di abitanti di altri mondi entra prepotentemente a far parte dell’immaginario collettivo. Questo romanzo è considerato generalmente come il prototipo delle storie di invasione aliena e a Wells è accreditata l’ideazione di diversi temi sugli extraterrestri che sono stati poi notevolmente ampliati dagli scrittori di fantascienza nel corso del Novecento, tra cui il primo contatto e la guerra interplanetaria tra specie differenti.

Illustrazione de La Guerra dei Mondi

Le guerre

Già agli inizi degli anni trenta vari autori iniziano a mettere in discussione lo stereotipo degli extraterrestri come crudeli invasori. In alcuni romanzi, come ad esempio Un’odissea marziana di Stanley G. Weinbaum, gli alieni iniziano a essere descritti come creature pacifiche, spesso intelligenti quanto gli esseri umani ma con una psicologia del tutto diversa e incomprensibile. Cos’è successo?

E’ appena finita la Prima Guerra Mondiale, l’uomo ha fatto la guerra al diverso, al nemico, all’alieno appunto, e si è accorto che la guerra fa schifo. Quindi adesso entra in una nuova ottica, quella del tentare di capirlo e di instaurarci un dialogo.

Passano pochi anni però e -BAM- scoppia un’altra guerra. Il secondo dopoguerra vede l’inizio della Guerra fredda, che tramuta ancora una volta l’alieno nell’antagonista malvagio, minacciosamente in procinto di conquistare (normalmente gli Stati Uniti) con armi terribili, le stesse terribili armi che si stavano producendo nella realtà durante la grande corsa agli armamenti. In questa fase, sia nella letteratura americana che in quella russa, spesso gli alieni invasori acquistano le caratteristiche del nemico, e vengono descritti come vere e proprie società comuniste o capitaliste.

Tra l’ascesa di Joe McCarthy nel 1950 e il lancio dello Sputnik nel 1957 viene registrata la più grande ondata di pellicole cinematografiche che hanno come soggetto invasioni aliene.

1950 film alieni
Locandina di “It came from the outers space”, 1950

L’esplorazione spaziale

Durante la Guerra Fredda però cresce anche la corsa allo spazio tra USA e URSS, provocando un rinnovato interesse per l’esplorazione del cosmo e per i suoi possibili abitatori. Con la nascita dell’ufologia alla fine degli anni quaranta e soprattutto negli anni cinquanta, gli extraterrestri divengono sia soggetto filosofico, in quanto si inizia a interrogarsi sui reali risvolti di un possibile contatto, sia oggetto di indagini con velleità scientifiche.

Negli anni successivi si assiste spesso a un ribaltamento del punto di vista: come avviene nelle Cronache Marziane di Ray Bradbury, si descrivono scenari in cui gli umani si insediano sul suolo marziano senza considerazione per gli indigeni, che vengono uccisi dalle malattie portate dalla Terra, come accadde per i nativi americani.

Sulla scorta dell’ufologia nascono anche dei culti religiosi, tra cui i Raeliani, che riprendono elementi dalla Teosofia e dalle religioni orientali; in genere queste credenze propongono la figura di alieni saggi e benevoli; tuttavia non manca la figura dell’alieno malvagio, che in tale ambito religioso è più che altro riconducibile ai miti e ai simboli della demonologia cristiana.

Gli anni ’70 del peace and love

Con gli anni sessanta-settanta della New Wave e della “fantascienza sociologica”, gli extraterrestri nella narrativa dismettono il semplice ruolo di crudeli invasori per godere di maggiore risalto nella loro componente psicologica e culturale, superando gli stereotipi e diventando sempre più spesso i veri protagonisti della narrazione, che approfondisce la descrizione del loro habitat e della loro civiltà. Nascono storie interamente ambientate in contesti alieni e narrate dal punto di vista degli extraterrestri, per le quali è stato coniato il termine di “xenofiction”.

Ancora una volta, cosa è successo? Sono gli anni ’70, c’è appena stata la Guerra in Vietnam, alla quale buona parte degli Americani era contraria, ci sono stati i moti studenteschi pacifisti e siamo in piena epoca del Peace and Love. Il diverso, l’alieno, non costituisce più minaccia ma diventa qualcuno da comprendere e da cui, forse, possiamo imparare.

Nello stesso periodo nasce anche un alto filone in cui gli alieni sono utilizzati come mera scusa per parlare di umanità, e in special modo dell’abbruttimento a cui l’uomo va incontro quando si ritrova in situazioni nuove e spesso catastrofiche.

L’allunaggio

Nel 1969 l’uomo sbarca sulla Luna e la sua idea del Cosmo viene completamente stravolta. Lo spazio non è più un posto cos’ misterioso, lontano e irraggiungibile e la crescente tecnologia ci permette di esploralo.

Nel 1974 viene lanciato nello spazio il Messaggio di Arecibo, il primo vero tentativo di contatto con possibili civiltà aliene. Il messaggio, spedito in formato binario, contiene, tra le altre informazioni, una numeri da 1 a 10, una rappresentazione grafica del sistema solare e la forma di un uomo stilizzato.
Questo messaggio rappresenta, insieme ad altri fattori, un punto di svolta per la “fantascienza aliena”: da qui in poi, l’interesse letterario per gli alieni andrà via via scemando mentre l’attenzione si sposta rapidamente sulle nuove tecnologie (ad esempio appunto, le telecomunicazioni), argomento che diventerà il nucleo portante del Cyberpunk degli anni ’80.

In conclusione, l’alieno non è una semplice figura immaginaria antagonista dell’umanità, ma ha da sempre rappresentato il diverso, personificando ciò che non comprendiamo e che quindi diventa, in buona parte dei casi, incomprensibile e minaccioso. La fantascienza, così come molti altri generi letterari, è figlia del suo tempo, muta e si evolve per incarnare determinati periodi storici, trasformandosi da mera lettura di intrattenimento, come molti la immaginano, a vero e proprio specchio della società.

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