Published in: Autori Italiani, Recensioni, Libri
Come mosche nel miele – Francesca Tassini
Il Roipnol fa un casino se mescolato all’alcool
Bellissimo, violento, emozionante, duro. Brillante e tostissimo, Come mosche nel miele è un romanzo di formazione in parte autobiografico che racconta il cuore di tenebra di una generazione. Sono gli anni ’90 e Francesca, alla ricerca di un’identità, si tuffa nei bassifondi di quella Milano underground che nessuno vuole vedere e raccontare. La Milano dei capannoni abbandonati, dei rave, di Parco Sempione e dei campi dello spaccio dove, tra la torrida canicola estiva e la pungente nebbia invernale, si muovono i gruppi degli ultimi: scartati, emarginati, punk, anarchici, scappati di casa, matti.
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La scimmia sulla schiena – William Burroughs
Un lucido sguardo sul mondo della tossicodipendenza
Burroughs, non è certo un personaggio qualsiasi, pecora nera di una famiglia benestante, tossicomane nei suoi libri – molti dei quali semi-autobiografici – come nella vita, rapinatore e spacciatore per mantenere il vizio, ricoverato in un ospedale psichiatrico in seguito all’auto-amputazione dell’ultima falange di un dito, nonostante sia omosessuale si sposò due volte, uccidendo poi la seconda moglie in quello che pare sia stato un incidente mentre, entrambi ubriachi, tentavano di reinterpretare una scena del Guglielmo Tell.
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Blu quasi trasparente – Ryū Murakami
Una storia dura, senza fronzoli, senza movente, bellissima.
Un avvertimento per i potenziali lettori di questo libro: se avete pregiudizi riguardo al sesso di gruppo o al sesso alternativo, dovreste evitare questo romanzo. Se avete problemi con l’abuso di droghe e con i connubi droga/alcool che inducono il vomito, dovreste evitare questo romanzo. Se avete letto Trainspotting, Meno di Zero, o anche solo Gang Bang di Palahniuk e li avete trovati disgustosi, disturbanti o in qualunque modo lesivi del vostro credo o della vostra persona, dovreste evitare questo romanzo.
Il Giappone è un paese pieno di contraddizioni, dove l’estremo pudore si affianca agli hentai e ai bukakke, la cerimonia del thè alla Yakuza, le delicate Geisha da spettacolo alle prostitute bambine. Non mi sono meravigliata quindi quando ho letto che questo libro, vincitore del Premio Akutagawa nel 1976, è stato definito “il libro che ha sconvolto il Giappone”, forse proprio perchè per la prima volta qualcuno osava parlare dell’altra faccia della medaglia di una società ordinata e limpida: al contrario della la scrittura onirica e delicata dell’altro Murakami, Haruki, o di Banana Yoshimoto, qui troviamo la crudeltà sbattuta in faccia ed esposta fino all’osso.