Il caldo arrivò insieme al diavolo. Era l’estate del 1984 e il diavolo era stato invitato. Quel caldo torrido, no. […] Era un caldo che non scioglieva soltanto le cose tangibili, come i cubetti di ghiaccio, il cioccolato, i gelati. Ma anche l’intangibile. La paura, la fede, l’ira, e ogni collaudato modello di buon senso.
Si, sono ancora qui che raccolgo i cocci, pezzi di cuore sparpagliati qua e là.
L’estate che sciolse ogni cosa è una storia di sospetto, di razzismo, di quello che la gente si può spingere a fare quando si trova davanti a ciò che non capisce. È una storia di colpevoli e di colpe, l’esplorazione di quel dolorosissimo “cosa sarebbe successo se” che si nasconde dietro al rimpianto di cose non dette.
E’ la torrida estate del 1984 quando il signor Bliss decide di invitare a Breathed il diavolo in persona. Ma quando il diavolo si presenta non è affatto come tutti ce lo siamo sempre immaginato: non ha le corna né la coda, né fiammeggianti effluvi sulfurei che annunciano la sua comparsa. Il diavolo arriva a piedi, si chiama Sal, ed è un ragazzino nero di 11 anni con addosso solo una vecchia salopette e tanta voglia di mangiare del gelato.
Sal non è il diavolo, o forse sì. In realtà non importa quello che è, ma quello che la gente pensa che lui sia, perché come in ogni società “che si rispetti”, a Breathed serve un capro espiatorio. La paura, l’incapacità di comprendere e di avvicinarsi a ciò che è diverso, la mente ottusa di un gruppo di persone “perbene” sfociano in una catarsi di inaudito odio e violenza che spazza via ogni barlume di umanità. Sì, ho pianto. Perché la barbarie umana può essere più terribile di qualsiasi inferno.
Se devo trovargli una pecca, perché del resto la perfezione non ha mai granché di interessante, è che l’autrice tende a buttare molta carne al fuoco dando, a volte, la sensazione complessiva di spingere forzosamente su determinati temi per essere sicura di scassinare e conquistare il cuore del lettore. E’ la sporcatura di un’opera prima, dovuta probabilmente alla fisiologica paura di non essere capiti, che però non inficia più di tanto un’opera estremamente poetica, delicata nella sua aberrante violenza, emotivamente devastante.
L’estate che sciolse ogni cosa è un libro che fa male, che ci mette di fronte all’abbagliante realtà della piccolezza dell’essere umano, sempre in cerca di qualcuno a cui dare la colpa per eventi che spesso sono al di fuori di responsabilità soggettive. E’ la testimonianza che spesso il male sta negli occhi di chi guarda. Perché, diciamocelo, il diavolo è una scusa. La verità è che siamo sempre stati noi.
Preparate i fazzoletti, vi serviranno.
- Genere: Romanzo
- Titolo originale: The summer that melted everything
- Lingua originale: Inglese
- Anno pubblicazione: 2016 (prima ed. italiana 2020)
- Casa editrice: Blu Atlantide
- Traduttore: Lucia Olivieri
- Pagine: 384