Skip to content

Guida galattica per gli autostoppisti – Douglas Adams

Al momento viaggiamo a un’Improbabilità di due elevato alla potenza di venticinquemila a uno, in diminuzione: ripristineremo la normalità appena saremo sicuri di cosa sia la normalità. Grazie.
— pag. 93

Checchè ne dicessi la prima volta che ho letto questo libro nel 2009, la verità è che non avevo la più pallida idea di quale fosse la portata della cultura che gira intorno alla Guida Galattica. Nata come serie radiofonica e successivamente adattata come romanzo, la “trilogia in 5 parti” di Adams è ben presto diventata un mito.

Si dice che nel 1971, Douglas sdraiato ubriaco in un campo a Innsbruck, in Austria, si interrogò sulla galassia, sullo scopo e sul mistero della vita. La sua risposta fu la Guida galattica per gli autostoppisti.

Non starò a dilungarmi tanto sulla recensione, che si perderebbe tra le migliaia che si possono trovare online. La Guida Galattica non è altro (o forse molto di più) che una cavalcata della fantasia verso gli spazi stellari, una sarabanda di situazioni assurde, ai confini del demenziale, in cui si trovano coinvolti i due protagonisti, il terrestre Arthur Dent e il suo amico Ford Perfect.
Se a volte lo humor e il non-sense inglesi possono spiazzare, qui detonano come una navicella spaziale a improbabilità infinita. Tutto può succedere insomma, e se c’è una cosa che proprio non vi aspettereste, quella accadrà. O forse no.

Quello che davvero stupisce di Douglas Adams, al di là della mordente ironia ai limiti del paradossale, sono le sue trovate geniali, che spesso hanno precorso -o addirittura ispirato- molte invenzioni moderne. A partire dalla Guida Galattica stessa, che nel libro viene descritta come un vero e proprio e-reader, passando per il pesce di Babele – una specie di simbionte traduttore universale – a cui si è ispirato il traduttore di AltaVista, Babelfish; il programma di messaggistica istantanea Trillian, chiamato come la protagonista femminile della serie, fino ad arrivare al computer scacchistico Deep Thought della IBM (primo computer capace di battere un Grande maestro internazionale in un match, il cui nome deriva da Pensiero Profondo, il supercomputer presente nel racconto).

towel day

Tornando alla cultura che gira intorno a questa serie invece, oltre alla migliaia di citazioni sparse negli angoli più remoti del tempo e della storia, non bisogna dimenticare il Towel Day (letteralmente il “Giorno dell’asciugamano”), festeggiato il 25 maggio di ogni anno dagli appassionati dei libri di Douglas Adams. In questa data, ogni anno (dal 2001, anno in cui è nata la ricorrenza, due settimane dopo la morte dello scrittore) i fan di Adams portano tutto il giorno con loro un asciugamano, un oggetto che ha la sua importanza nella serie, e se non l’avete ancora letta dovrete farlo per scoprire il perchè.

guida galattica amazon

Esiste anche una comunità online, h2g2, fondata da Adams stesso nel 1999 insieme ad amici e colleghi della società The Digital Village ed ora gestita dalla BBC, che ha creato una sorta di Guida Galattica online per i terrestri, definita dagli stessi creatori “almost but not quite completely unlike Wikipedia”, ovvero “quasi ma non del tutto diverso da Wikipedia.

Insomma, se non avete ancora letto la serie, è il momento di farlo, perché “lo spazio è vasto. Veramente vasto. Non riuscirete mai a credere quanto enormemente incredibilmente spaventosamente vasto esso sia. Voglio dire, magari voi pensate che andare fino alla vostra farmacia sia un bel tratto di strada, ma quel tratto di strada è una bazzecola in confronto allo spazio.”

Frasi dal libro

E d’un tratto rabbrividì: provò una strana, improvvisa sensazione, una sensazione che non riuscì a capire, perché nessuno sulla Terra l’aveva mai provata prima d’allora. Nei momenti di grande tensione, tutte le forme di vita esistenti emettono un infinitesimo segnale sublimale. Il segnale non fa che comunicare il senso preciso e quasi patetico dell’enorme distanza che separa l’essere che lo emette dal suo luogo di nascita. Sulla Terra è impossibile essere più lontani di venticinquemila chilometri dal luogo di nascita, il che è molto poco, per cui i segnali emessi sono talmente deboli che non si possono notare. Ford in quel momento era sotto forte tensione, e il suo luogo di nascita, vicino a Betelgeuse, era lontano seicento anni luce.

Arthur saggiò nervosamente il materasso con le mani, poi vi si sedette sopra anche lui: in realtà, non aveva alcuna ragione di essere nervoso, perché tutti i materassi cresciuti nelle paludi di Skiguscioso Zeta vengono uccisi ed essiccati prima di essere usati. Sono davvero pochissimi quelli che quando meno si pensava sono tornati in vita. (pag. 57)

Il segnalibro

Guida Galattica segna
ATTENZIONE: Spoiler... da non perdere se avete letto il libro

Potrebbe interessarti anche

Douglas Adams

Douglas Noel Adams nasce l’11 marzo del 1952 a Cambridge, in Inghilterra.
Sin da ragazzino ha modo di farsi notare: non solo perché già a dodici anni è alto 1 metro e 83, ma soprattutto per la sua fantasia e la sua capacità di scrittura. È tra gli autori più prolifici di “Broadhseet”, il giornale scolastico, per il quale disegna anche una delle copertine, mentre nel 1965 scrive una storia che viene pubblicata dal giornale per ragazzi “The eagle”.
Durante i suoi studi a Cambridge, intraprende un viaggio fino a Istanbul in autostop, facendo vari lavori lungo il percorso per mantenersi in viaggio.
Dopo aver conseguito la laurea di secondo livello in Letteratura Inglese si dedica alla scrittura, e collabora con John Lloyd e Graham Chapman ad alcune produzioni televisive, inclusa “Monty Python Flying Circus”. Divenuto sceneggiatore per la Bbc, scrive diversi episodi del telefilm “Doctor Who”. Nel 1976, tuttavia, la carriera professionale entra in crisi, e Douglas si ammala di depressione.

A partire dal 1977 scrive e produce una serie radiofonica, “Guida galattica per gli autostoppisti” (titolo originale: “The hitch-hiker’s guide to the galaxy”), realizzata in collaborazione con Simon Brett. La serie a puntate viene trasmessa a partire dall’anno successivo dalla Bbc. Il successo è tale che Douglas Adams decide di scrivere il romanzo “Guida galattica per autostoppisti”, che viene pubblicato nel 1979 e che conferma l’apprezzamento del pubblico.
Dopo avere pubblicato nel 1982 “La vita, l’universo e tutto quanto”, due anni più tardi l’autore di Cambridge dà vita a “Addio e grazie per tutto il pesce”. Nel 1985 Adams inizia a scrivere una serie di romanzi che vedono come protagonista Dirk Gently, investigatore privato olistico.

Muore a Santa Barbara Douglas Adams l’11 maggio del 2001, all’età di 49 anni, in seguito a un attacco cardiaco, lasciando incompiuto il suo ultimo romanzo “Il salmone del dubbio”.

QUI trovate il post con l’approfondimento su Douglas Adams e il Towel Day!

Amo le scadenze, amo il rumore che fanno quando mi sfrecciano accanto.
— Douglas Aadams

Libri recensiti dell’autore:

  1. Dirk Gently, agenzia investigativa olistica – Douglas Adams
  2. Guida galattica per gli autostoppisti – Douglas Adams

Altri articoli sull’autore

  1. Douglas Adams e il Towel Day
  • Genere: ,
  • Titolo originale: The Hitchhiker's Guide to the Galaxy
  • Lingua originale: Inglese
  • Anno pubblicazione: 1979
  • Serie: Guida Galattica per Autostoppisti, I
  • Isbn: 9788804464631
  • Casa editrice: Mondadori
  • Pagine: 212
Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione...

3 comments on “Guida galattica per gli autostoppisti – Douglas Adams”

  1. Oddio, ignoravo l’uomo di Pasqua (si chiamano così?) di Google!!
    Adoro questo romanzo, ho letto tutta la saga, i libri mi sono più o meno piaciuti tutti, ma questo resta inimitabilmente mitico!!!

    1. Si si chiamano Easter Eggs, letteralmente appunto uova di Pasqua, credo per via della tradizione Americana della caccia alle uova. Di Adams se non hai troppi problemi con l’inglese (e mi pare di no) non so se conosci “The deep meaning of Liff”, una sorta di dizionario in cui lui cerca di dare un nome alle cose, alle sensazioni o situazioni che non ne hanno uno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *