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Incubi – Michele Penco
Incubi è una graphic novel formata da quattro storie, due delle quali ispirate ai racconti di Lovecraft. Come si evince dal titolo, le storie viaggiano sul tema dell’angoscia e della paura, e devo dire che le trame unite alle chine del’autore riescono a creare atmosfere veramente suggestive e spaventose.
Il filo conduttore dei racconti sono inquietanti elementi sovrannaturali, molti dei quali mi hanno ricordato da vicino le deformi e assurde creature dipinte da Bosch nelle sue opere.
Paura e follia si intrecciano in queste tavole assolutamente fenomenali, nelle quali la mano di Michele è capace di creare, rigorosamente in bianco e nero, chiaroscuri incredibili e paesaggi che sembrano vivere di vita propria. Seppur in poche pagine, le storie ci portano faccia a faccia con l’angoscia, creando emozioni forti, e il connubio tra i pochi dialoghi e il tratteggio maniacale di Michele riesce a creare situazioni macabre ed oniriche, rendendo questo volume quanto di più inquietante e vicino all’idea di “Incubo” che mi sia mai capitato di leggere.
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Dracula – Bram Stoker
La genesi di un vampiro
Londra, fine 1800. Il romanzo si apre con il diario di Jonathan Harker, un neoavvocato inglese che ha l’incarico di recarsi in Transilvania per prendere accordi con un cliente di alto rango, un certo conte Dracula, intenzionato ad acquistare delle proprietà per trasferirsi in Inghilterra. Il povero Jonathan sarà vittima di strani fatti all’interno del castello, di cui annoterà ogni particolare, corredando la nuda cronaca con tutte le sue emozioni… Da questo punto in poi si dipanerà la storia che vede coinvolto l’orribile Conte, giovani pulzelle timorate di Dio e aitanti giovani.
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Girlfriend from Hell – Germano M. [progetto Survival Blog]
Questa è la storia di Hell e della pandemia gialla. Tutto qui? No, c’è anche Zooey, attrice alquanto antipatica sulle prime ma che poi diventerà la compagna di fuga di Hell nel tentativo di sopravvivere ai Gialli. Con loro passiamo tre anni, che fuggono veloci tra infetti antropofagi color ocra, safety zones, armi (tante) e fughe. La scrittura è asciutta e veloce, di taglio molto blogghistico, ma non per questo scarna didascalica. Le frasi sono concise ma allo stesso tempo descrivono in maniera elegante l’apocalisse in cui ci ritroviamo. Ci mostrano un mondo di esseri umani che decadono e si inselvatichiscono. Una sorta di ermetismo post-apocalittico. La parola d’ordine è la mia vita o la tua. C’è azione credibile, distopia credibile, romanticismo mai sopra le righe, rimandi cinematografici, ottima musica, un protagonista-narratore con le palle e sfaccettato, una co-protagonista viva non solo perché ispirata a un’attrice ma anche perché resa e studiata a dovere.
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Speciale libri e film: apocalisse Zombie
La figura dello Zombie non nasce dal cinema bensì da un’antica superstizione haitiana in cui si credeva che alcuni stregoni fossero in grado di privare le persone di una parte della loro anima, facendoli così cadere in un sonno incosciente e trasformandoli in schiavi incapaci di reagire, dei morti viventi. Questo mito è stato ampiamente sfruttato sia nel cinema che nella letteratura trasformandosi in metafore sempre nuove e più complesse per esprimere disagio sociale e grida di denuncia.
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Sherlock Holmes contro Dracula – Loren D. Estelman
Estelman decide di mettere uno di fronte all’altro due grandi autori di personaggi immortali come Bram Stoker con il suo Dracula, e Sir Arthur Conan Doyle con Sherlock Holmes, e lo fa sfruttando al meglio l’escamotage del manoscritto ritrovato. Lo scrittore infatti ci narra di aver acquistato a un’asta di oggetti riguardanti Holmes e il compagno Watson, una scatola che si scopre poi contenere un manoscritto proprio del fedele assistente, che egli ci trascrive per intero (esso infatti, per rendere veritiera la finzione letteraria, risulta l’autore del libro) e che inizia con una lettera di Watson che accusa Stoker di aver manipolato le vicende di un caso vissute dai due detective per scrivere il suo “Dracula”, omettendo completamente di citarli nella vicenda.
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