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Il mostruoso femminile – Jude Ellison Sady Doyle
Il patriarcato e la paura delle donne
In principio ci fu Lilith, e dopo di lei Melusina, la caccia alle streghe, gli esorcismi, fino ad arrivare a Regan e Carrie, al T-rex di Jurassic Park e alle final girl dei film slasher. Tutte queste figure femminili sono accomunate da un singolo tratto universale: se non si è prede -vittime-, allora si è mostri.
Il mostro non è nient’altro che un essere reso deforme e spaventoso perché fuori controllo, e cosa, nella concezione patriarcale, può essere più fuori controllo di una donna libera?
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Il profumo dell’incubo – Lisa Tuttle
Dare forma all’incubo
Dove sei stata fino a ora, signora Tuttle, e perché questo è il tuo unico libro tradotto in Italia?
Nella foto in quarta di copertina Lisa Tuttle ha l’aria di una simpatica signora che ricorda da vicino la dolce nonnina dei cartoni animati di Titti. Dalla penna di questa eccezionale maestra del weird però non sgorgano favole, bensì perturbanti e agghiaccianti narrazioni in cui la realtà si scolla lentamente dal suo piano orizzontale per inclinarsi verso l’abisso.
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I monologhi della vagina – Eve Ensler
Rompere il silenzio
Da sempre le donne vivono una sorta di vergognoso silenzio nei confronti proprio corpo. Perché non si può pronunciare la parola vagina? Perché abbiamo paura a fare domande su ciò che ci accade? Perché ci hanno sempre fatto pensare che “laggiù” c’è un mondo che è meglio ignorare?
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W.o.W. · Women of Weird – AA. VV.
Racconti nascosti tra le pieghe del weird
Esattamente come per molti altri generi considerati “maschili”, vedi la fantascienza, l’horror o il fantasy, il weird è un genere in cui le autrici di sesso femminile sono state, ancor più che altrove, bistrattate. Snobbate, scartate dalle case editrici o costrette a pubblicare con uno pseudonimo maschile perché altrimenti non ritenute appetibili dal mercato, tra gli esempi più famosi potremmo ricordare Mary Shelley -che pubblicò molte sue opere con il nome del marito, Percey Shelley- , Ann Radcliffe -che ha pubblicato in anonimo-, Katharine Burdekin e perfino J.K. Rowling -che omise il suo nome intero per confondere gli editori-.