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Una storia dell’orrore italiana – Paolo Prevedoni

una storia dell'orrore italiana recensione

Classificazione: 4,5 su 5.

Esiste niente di più bello, in una calda estate, di trangugiarsi con gusto un bell’horrorazzo di seicento pagine? E’ quello che è successo a me con Una storia dell’orrore italiana, un horror ambientato nella bassa Padana, scritto bene, coinvolgente, scurrile al punto giusto e con un ottimo retrogusto alla Pupi Avati.

Se c’è un cliché che da sempre domina il genere orrorifico, è quello della casa infestata. E villa Parise, la protagonista di questo libro, non fa eccezione. Da decenni ormai a Miraniente, immaginario – ma non troppo – paesino della bassa padana succedono strani fatti: morti e omicidi privi di spiegazioni, incendi, incidenti. Eppure gli abitanti del paese non sembrano preoccuparsene più di tanto, limitandosi a girare alla larga dalla villa ormai abbandonata che domina la vista dall’alto di una collina perennemente avvolta dalla nebbia. Qualcuno dice che vi risieda qualcosa di malvagio ma, in fondo, sono tutte leggende no?

La villa bianca. Tutti conoscevano la villa bianca.
Alla fine Miraniente è proprio un piccolo paesino del cazzo dove tutti conoscono tutti e tutto.

A dover scoprire la verità sarà Francesco Romero, scrittore di romanzi horror ormai in declino, chiamato a scrivere il libro che potrebbe rilanciare la sua carriera.

una storia dell'orrore italiana copertina

Prevedoni mette in chiaro le sue intenzioni ancora prima dell’incipit: “I personaggi e ciò che fanno sono frutto unicamente dell’immaginazione dell’autore. Ogni riferimento a cose o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Tranne per l’uomo nero. Lui esiste per davvero e se non ci credete, è perché non avete mai guardato sotto al vostro letto”.

Aveva paura. Paura? Quel sapore metallico che gli pizzicava la lingua? Certo. Era terrore puro.

Con uno stile che ammicca molto agli horror anni ’70-80 e alle atmosfere Kinghiane, Prevedoni ci regala un romanzo primo (a cui ne sono seguiti molti atri) davvero coinvolgente, nel quale si viene sopraffatti da una nebbia tossica e a tratti allucinata, venata da quel senso di Male primordiale che finisce per permeare l’essenza di ogni cosa.

Non c’è niente di nuovo in questo romanzo, e forse è proprio per questo che funziona. Un’indagine da incubo che mi ha tenuta incollata dalla prima all’ultima pagina, in bilico tra la monotona quotidianità di un piccolo paese di provincia e un’inquietante atmosfera che si fa sempre più densa.

Niente male. Niente male davvero.


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  • Genere: ,
  • Anno pubblicazione: 2017
  • Isbn: 9788869343353
  • Casa editrice: Bibliotheka Edizioni
  • Pagine: 592
Una villa maledetta, un mistero sepolto nel passato, uno scrittore di romanzi horror cui viene commissionato un libro sui fatti di sangue che, negli anni, hanno funestato Miraniente, piccolo paese della provincia padana. Un romanzo che si insinua sotto pelle grazie ad uno stile capace di veicolare il senso del mistero, del brivido e dell'inquietudine. Prevedoni mixa tutto il meglio dell'immaginario oscuro dell'ultimo quarantennio. La Buffalora di sclaviana memoria (Dellamorte Dellamore) e la Derry clownesca partorita da Stephen King (IT) si sposano con il thriller di argentiana memoria (Profondo rosso) e il gotico padano del Pupi Avati di "La casa dalle finestre che ridono"; le atmosfere gore di Lucio Fulci (L'aldilà) vanno a braccetto con le derive sarcastiche dell'horror anni '80 (Un lupo mannaro americano a Londra) e confluiscono nei toni del Carpenter di "Il seme della follia".

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