Skip to content

Published in: Autori stranieri, Libri

Non buttiamoci giù – Nick Hornby

★★★½☆
  • Titolo originale: A long way down
  • Anno: 2007
  • Editore: RL Libri
  • Isbn: 9788846208767
  • Pagine: 293
Su un altissimo grattacielo londinese, la notte di San Silvestro, mentre imperversano botti e festeggiamenti, un presentatore televisivo in crisi matrimoniale e professionale decide di suicidarsi buttandosi giù dall’ultimo piano. Ma al momento decisivo si accorge di non essere da solo su quel grattacielo: c’è vicino a lui una donna disperata, senza lavoro e senza marito, alle prese con un figlio autistico. Anche lei sta per buttarsi giù. Ma spuntano anche una ragazzina di 15 anni, sedotta e poi lasciata da un ragazzo, e un musicista americano fallito, ora cameriere in una pizzeria, pure lui abbandonato dalla ragazza. Anche loro vogliono suicidarsi. Forse sono un po’ troppi…

La mia opinione sul fatto che Hornby sia un paraculo l’ho già espressa recensendo Tutta un’altra musica. Non lo adoro ma in un modo o in un altro finisco sempre per trovarmi tra la mani un suo libro.
Questa è una storia racconata dai quattro personaggi che la vivono, ognuno dal suo punto di vista, dal momento in cui si incontrano la notte dell’ultimo dell’anno sul tetto della casa dei suicidi, tutti intenzionati a buttarsi giù. Personaggi forse un pò stereotipati, ma che fanno il loro sporco lavoro nell’economia del libro. Il racconto attinge dalla consueta ironia Hornbyana, dispiegandosi tra personaggi totalmente diversi tra loro ma affini nelle difficolà della vita. In alcune parti la storia è un pò tirata per le lunghe, l’idea di partenza era carina, originale. La trama va avanti, senza grandi scossoni ma si lascia leggere.
Il romanzo parla in termini paradossali del senso della vita, ma senza la pretesa di risultare un capolavoro filosofico. Come al solito, c’è l’incosistenza della storia di fondo, ma alcune parti fanno sorridere.

Frasi dal libro

Problema della mia generazione è che ci sentiamo tutti geni del cazzo. Far qualcosa per noi non è abbastanza, e neanche vendere qualcosa, o insegnare qualcosa, o solamente combinare qualcosa: no, noi dobbiamo essere qualcosa. E’ un nostro inalienabile diritto, in quanto cittadini del ventunesimo secolo. Se Christina Aguilera o Britney Spears o qualche altro coglione di Idolo Americano possono essere qualcosa, perchè io no? (JJ)

Dunque, come fa la gente a non dire parolacce? Come è possibile? In un discorso ci sono tutte ‘ste pause, dove per forza devi metterci un “cazzo”. Ve lo dico io chi sono le persone più ammirevoli del mondo: i giornalisti dei telegiornali. Se facessi io quel mestiere sarebbe tutto un “E quei figlidiputtana hanno fatto schiantare quel cazzo di aereo sulle Torri Gemelle”. Magari non sono tanto ammirevoli. Magari sono solo zombie-robot. (JJ)

E se tra i vostri lettori ci sono, hai capito, dei leader mondiali o dei generali o dei terroristi eccetera, dovrebbero sapere che oggi come oggi Dio non è al massimo del godimento. Anzi, gli girano un casino per come sta buttando. (Jess)

Trasposizioni cinematografiche

Johnny Depp ha comprato i diritti per il film, che uscirà nelle sale inglesi nel 2012 con titolo originale del libro: “A long way down”. Sono proprio curiosa di vederlo, soprattutto per capire come se la caveranno con la caratterizzazione dei personaggi, essendo questa il fulcro del libro, e soprattutto con Jess!

 

Pagina 69
Se pigli in prestito i vestiti di un altro o di un’altra, o i suoi interessi o le sue parole – cioè quello che dicono – io trovo che questo ti fa prender fiato da te stessa. Era il momento per sentirmi diversa. Non so perchè avevo detto quelle robe a Maureen; non so perchè dico metà delle robe che dico. Sapevo di aver superato il limite, ma non riuscivo a fermarmi. A me viene una rabbia che quando arriva è come il vomito, comincio a rimettere e rimettere addosso a qualcuno e non mi fermo più finchè son vuota. Sono contenta che Martin mi ha trascinato fuori. Avevo bisogno di fermarmi. Ho tanto bisogno di fermarmi. Perciò mi sono detta che da allora in poi sarei stata una persona più tipo quelle vecchi-tempi. Ho giurato di non dire parolacce, ah-ah!, e di non sputare; ho giurato di non chiedere a delle vecchiette innocue che sono chiaramente più o meno ancora vergini se chiavano alla pecorina. Martin mi ha fatto nera, ha detto che ero una stronza e una demente, e poi mi ha chiesto cosa mi aveva fatto Maureen. Io gli ho risposto solo sissignore e nossignore e chiedoperdono signore , e non guardavo lui, ma in terra, solo per fargli vedere quanto mi dispiaceva. E poi ho fatto la riverenza, che per me era carino, come tocco. E lui mi ha chiesto: E ora, questo che cazzo vorrebbe dire? Tutta questa manfrina nossignore e sissignore? Allora gli ho rosposto che avrei smesso di essere me stessa, e nessuno avrebbe mai più visto la vecchia me stessa, al che lui non sapeva cosa dire. Io non volevo che non ne potesse più di me. Mi sono accorta che la gente a un certo punto di me non ne può più. Chas, per esempio. E non è proprio il caso che questo mi ricapita ancora, perchè resterei senza nessuno. Con Chas, credo che era tutto un pò troppo; ci sono entrata troppo forte troppo presto, e lui si spaventato. Come quella storia là alla Tate Modern? Quello è stato veramente uno sbaglio. Perchè le vibrazioni lì dentro… okay, una parte della roba è veramente micidialee intensa eccetera, ma solo perchè la roba è micidiale non vuol dire che io dovevo diventare micidiale e intensa.

Il segnalibro

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *