Ieri si è conclusa la seconda edizione di Napoli Città Libro, Salone del Libro dell’Editoria che si svolge a Castel Sant’Elmo, maestosa fortificazione Medievale che domina il Vomero.
Location splendida, begli editori, anche se non troppissimi, ma siamo solo alla seconda edizione, quindi di tempo per crescere ce n’è (del resto anche il Comicon ha iniziato qui, per poi spostarsi nella mastodontica Fiera di Oltremare).
Sembrerò retorica, ma la quantità di gente presente, sebbene fosse l’ultimo giorno, dimostra che al Sud c’è fame di manifestazioni culturali di rilievo, che spesso si svolgono come se, per uno strano fenomeno spaziotemporale, l’Italia finisse a Roma.
All’appello hanno risposto, oltre ai più grandi e conosciuti, tanti piccoli editori indipendenti. Ragazzi con un entusiasmo disarmante, giovani, propositivi, iperbolici. Gente che vuole dimostrare che l’editoria non è affatto morta. Ma del resto noi, dal conto nostro, non ci avevamo mai creduto.
A fare da cornice alla carrellata di Edtori, incontri e dibattiti con autori più o meno conosciuti, la bellezza del Castello, che mette quasi soggezione nella sua statuaria imponenza, e un panorama mozzafiato che vale, da solo, la vista al Castello.
Sono tornata a casa con la gioia di un Sud che si muove e che ha tantissima voglia di fare, con la certezza che l’editoria ha moltissime gioie da regalarci negli anni a venire, e con un bottino di quattro libri che ho dovuto selezionare tra i mille che avrei voluto comprare. Purtroppo al Salone non forniscono i carrelli.
- Le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton, edito da Neri Pozza
- Billy Argo – Il ragazzo detective fallisce di Joe Meno, edito da Pidgin
- In the moon di H.G. Wells, edito da Editoriale Jouvence
- Nimbus di Alessio Gallerani, edito da Astro Edizioni
Aspetto con ansia l’edizione 2020!