Cos’hanno in comune il mostro di Frankenstein, un vulcano, e le biciclette?
Tipo NIENTE? E invece no, ma per scoprilo, dobbiamo tornare indietro di quasi 200 anni.
Indonesia, 1815: una catastrofe naturale sta per sconvolgere il mondo.
Il 10 aprile di quell’anno il vulcano Tambora, situato sull’isola di Sumbawa, nell’arcipelago Indonesiano, erutta violentemente. Il vuoto di aria calda sollevatasi per l’aumento di temperature arriva a distruggere Sanngar, situata a ben 30 chilometri dal vulcano, continuando poi a rilasciare nuvole di cenere per i successivi sei mesi. Le nuvole di cenere si spargono in tutto il mondo, rilasciando da 10 a 120 milioni di tonnellate di zolfo nella stratosfera, causando strani fenomeni atmosferici e arrivando perfino oscurare il sole. La loro coltre è così fitta che le temperature si abbassano fino a causare, l’anno successivo, il famoso “anno senza estate”.
In quel preciso momento, in quel famoso anno senza estate, una ragazza di 19 anni si trova a Villa Diodati, vicino al lago di Ginevra con il marito e un gruppo di amici. Lei ancora non lo sa, ma proprio quell’eruzione, insieme ai suoi più intimi incubi, stanno per dare vita a una delle creature più famose di tutti i tempi.
Quella ragazza è Mary Shelley e la creatura è il mostro di Frankenstein.
Proprio a causa di quell’eruzione, il clima a Ginevra è pessimo, e strani fenomeni atmosferici squarciano il cielo, ispirando, sembra, anche artisti come William Turner, famoso per i suoi incredibili paesaggi. Il gruppo di amici che è composto da Mary Shelley e suo marito Percy, Lord Byron e Polidori è costretto in casa. Quale passatempo migliore quindi, se non leggere storie di fantasmi di fronte al camino?
Anzi! Perché non proporre una sfida a chi scrive la migliore storia del terrore?
Ma c’è qualcosa in più, un fatto molto intimo e personale che riguarda Mary Shelley. Mary infatti ha da poco perso sua figlia, morta nel sonno a sole due settimane dalla nascita, cosa che l’ha precipitata in una profonda depressione, e che la ossessiona spesso nei suoi incubi.
E così, grazie alla sfida lanciata da Lord Byron, e con la complicità clima apocalittico causato dall’eruzione del vulcano, Mary dà vita ai suoi incubi, e nasce la prima bozza de Il moderno Prometeo, meglio conosciuto come Frankenstein.
Ma quindi, cosa c’entrano le biciclette?
Ah si! Proprio a causa dell’eruzione del vulcano Tambora in tutto il mondo ci sono forti carestie. Il cibo scarseggia così come il foraggio per gli animali e i cavalli, ahimè, passano dall’essere un mezzo di locomozione, a portata principale della cena. Così, un tizio dal nome lunghissimo (Karl Friedrich Christian Ludwig Freiherr Drais von Sauerbronn) che chiameremo amichevolmente Drais, immagina un mezzo di locomozione che non pretenda di mangiare e inventa la draisina, un ibrido tra una carrozza e un… fucile? Che ancora non ha i pedali ma che è, a tutti gli effetti, la bis bis nonna della nostra bicicletta.
Se la storia di Mary Shelley e della genesi di Frankenstein ti ha appassionato, ti consiglio alcuni libri, molti dei quali con illustrazioni splendide, che potrebbero piacerti: