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Zazie nel metró – Raymond Queneau
Non si capisce né l’hic di questo nunc, né il quid di questo quod
Queneau rompe gli schemi giocando con le parole e infischiandosene della trama, raggiungendo parabole di nonsense, creando un disordine premeditato, generando un crescendo di caotica ambiguità. Zazie è una bambina antipatica, inquieta, volgare, pronta ad apostrofare tutti con un “Me ne sbatto”, non ha imiti né educazione, vuole solo vedere questo fantascientifico metrò e per farlo non esita a fuggire di casa ed a burlarsi della gente per piegarla alla sua volontà e alle sue necessità. Gabriel, lo zio di Zazie, meravigliosa figura, è un ballerino travestito in un nait. E intorno a loro si muovono figure particolari, un calzolaio che parla latino, il pappagallo Laverdure che continua a ripetere “Chiacchieri chiacchieri, non sai fare altro!”, un poliziotto che poi poliziotto non è e Marceline, la moglie di Gabriel che fa tutto dolcemente.