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Delfini – Banana Yoshimoto
Delfini è la storia del complicato rapporto tra una scrittrice trentenne, il suo corpo, la sua gravidanza inaspettata e tutte le persone che – come tessere di un mosaico – compongono il mondo in cui vive. Problematiche abbastanza frequenti, complicate (come nel caso di Kimiko, ma non solo nel suo) dal fatto che il padre del nascituro non solo non è il compagno per così dire “ufficiale”, ma per giunta ha un’altra donna e un’esistenza che solo tangenzialmente ha sfiorato la vita della giovane scrittrice. C’è qualcosa di diverso stavolta nella sua narrazione, un senso di maggior concretezza, una consapevolezza di sé nelle frasi, nei pensieri, nel discorso, che prima non c’era.
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Lucertola – Banana Yoshimoto
L’arte di parlar di niente, ma di parlarne bene. Sei storie sul passato e il presente, sul cambiamento, sulla solitudine, e sulla speranza.
E’ il primo libro che leggo della Yoshimoto, comprato al mercatino dell’usato per tre euro, e devo dire che il suo stile mi ha colpita anche se come dice lei stessa nel postscriptum, forse al tempo di questo libro era ancora un pò immaturo. Non è la trama delle storie che colpisce, anzi, essa è quasi inconsistente. Sono le descrizioni, gli stati d’animo, i luoghi, le sensazioni.. Meditazioni sul passato e sul presente, sulla speranza nel cambiamento di persone ferite che cercano un riscatto; malinconia e solitudine ma anche voglia di andare avanti. Forse un pò troppo malinconico per i miei gusti, ma le parole scorrono come seta sulla pelle.