Scrivere è anche benedire una vita
che non è stata benedetta
– epigrafe
Guardando la copertina, che raffigura una meravigliosa Nepenthes – una pianta carnivora – si direbbe che Sacrifici umani sia un erbario. E un in certo senso, in effetti, lo è. Nei dodici racconti che lo compongono sono racchiuse le malerbe, o erbacce che dir si voglia, non vegetali in questo caso, ma umane. Un ventaglio di ciò che la società ritiene dimenticabile, se non estirpabile, di ciò che può essere sacrificato nel nome di una gerarchia sociale che non ammette giustizia né riscatto.
Esclusi, bullizzati, violentati, emarginati, e ancora immigrati, diversi, reietti, fragili. Orrore e triste quotidianità si mescolano in un quadro raccapricciante di una società che non ha pietà per chi rimane ai margini.
Noi immigrate senza documenti teniamo vicino al seno le banconote di colori sconosciuti, le riscaldiamo con il cuore come figli piccoli. Le abbiamo partorite allo stesso modo, con una sofferenza che squarcia in due, che il corpo non dimentica.
Con una prosa asciutta e atrocemente evocativa, l’autrice ecuadoriana ci conduce ai margini del campo visivo, sull’orlo dell’abisso, laddove risiedono i dimenticati, e come da una ferita spalancata lascia emergere l’urlo di chi non ha voce.
A volte la cruda realtà si innesta sul realismo magico, su vecchie leggende popolari o su elementi surreali che non fanno altro che amplificare la portata deflagrante e il senso di impotenza generato da ogni racconto.
Come una boa salvifica che galleggia in un mare impietoso, María Fernanda Ampuero mette il suo dono, quello della scrittura, al servizio di coloro che non sono stati benedetti dalla vita, obbligandoci a guardare in faccia ciò che ogni giorno speriamo – o fingiamo – di non vedere.
- Genere: Racconti
- Titolo originale: Sacrificios humanos
- Anno pubblicazione: 2021
- Isbn: 9788895492704
- Casa editrice: Gran Via
- Traduttore: Francesca Lazzarato
- Pagine: 148