Quella sera ci cresceva qualcosa. Era una pallida vescica biancastra, una sorta di bolla o un bozzolo, delle dimensioni di una piccola stanza. Sentii che era organico, qualcosa che era cresciuto piuttosto che essere stato portato lì. Era come se la casa di Daniel fosse un organismo vivente, un corpo in grado di estrudere una sostanza simile a carta velina.
Dove sei stata fino a ora, signora Tuttle, e perché questo è il tuo unico libro tradotto in Italia?
Nella foto in quarta di copertina Lisa Tuttle ha l’aria di una simpatica signora che ricorda da vicino la dolce nonnina dei cartoni animati di Titti. Dalla penna di questa eccezionale maestra del weird però non sgorgano favole, bensì perturbanti e agghiaccianti narrazioni in cui la realtà si scolla lentamente dal suo piano orizzontale per inclinarsi verso l’abisso.
I protagonisti, ma soprattutto le protagoniste de Il profumo dell’incubo, un’antologia di 13 racconti selezionati dall’autrice stessa, sono persone normali i cui sogni, debolezze, ossessioni, insicurezze e fantasmi del passato prendono forma in raccapriccianti visioni che si allungano come ombre oscure. La natura umana viene scassinata, eviscerata ed esposta nella sua più semplice e nel contempo crudele incarnazione: quella del mostro.
Quello di Lisa Tuttle è un femminino nuovo in cui i mutano, si deformano e fremono in morbosi spasmi erotici, assumendo le sembianze di quel continuo e spesso doloroso cambiamento intrinseco nella natura femminile. Le pance gravide si fanno incubatori di nuove forme che lacerano la realtà creando una crepa in cui il perturbante si insinua per poi crescere occupando tutto lo spazio possibile. L’eterna lotta tra eros e thanatos si concretizza in un universo narrativo allucinante in cui i ruoli si ribaltano e le paure più recondite si materializzano.
Cosa si nasconde nella soffitta della casa dei sogni delle litigiose sorelle Sylvia e Pam? Sino a che punto si è disposti ad arrivare per raggiungere la tanto bramata Pietra Filosofale? Quali insidie può nascondere un’innocua convention di fantascienza? Cosa succederebbe se avessimo a disposizione un’ora in più tutta per noi?
In questa straordinaria antologia, probabilmente la più bella di questo genere che io abbia mai letto, Lisa Tuttle dà forma all’incubo. Con la sua penna tagliente dà prova di conoscere e comprendere intimamente le angosce che accompagnano l’uomo comune -rapporti tossici, famiglie disfunzionali, sogni infranti, paure dell’infanzia, gli spettri che accompagnano la gravidanza- per restituirci un quadro disturbante ma meravigliosamente lucido della melma oscura che spesso si nasconde dentro ognuno di noi.
Lisa Tuttle
Lisa Gracia Tuttle (Houston, 16 settembre 1952) è una scrittrice statunitense di fantascienza, horror e weird. Ha pubblicato più di una dozzina di romanzi, sette raccolte di storie brevi e vari saggi inclusa un’enciclopedia del femminismo.
La narrativa di Tuttle si concentra spesso su questioni di genere e include “donne volitive” che mettono in dubbio la loro identità. I suoi lavori di fantascienza sono stati associati alla fantascienza femminista, e The Cambridge Guide to Women’s Writing in English afferma che molte delle sue storie utilizzano elementi di fantascienza e horror per “drammatizzare aspetti della condizione umana, e in particolare quella femminile”.
Nonostante sia un’autrice molto nota oltreoceano, al momento in Italia esistono solo due sue opere tradotte: Il profumo dell’incubo, un’antologia di 13 racconti selezionati dall’autrice stessa, e Il pianeta dei venti, fantasy scritto in collaborazione con George R.R. Martin.