“E il Signore decretò che l’uomo dovesse avere un corpo, una testa, due braccia, due gambe; che ogni braccio dovesse avere due giunture e terminare in una mano; che ciascuna mano dovesse avere cinque dita… E ogni creatura che abbia aspetto umano ma non sia formata così non è umana. È un Sacrilegio.”
Chi decide cos’è normale?
Dopo la Tribolazione, un non meglio specificato disastro che assomiglia molto a un’apocalisse nucleare, il mondo è ripiombato in una sorta di Medioevo pre-industriale dominato dalla paura e dal fanatismo religioso.
Qui vige la Norma, un dogma religioso che definisce in maniera estremamente dettagliata la vera immagine di Dio e, di conseguenza, dell’uomo suo figlio.
Ciò che esula dalla Norma, cioè i mutanti -che siano essi piante, ortaggi, animali o persone- si fa beffe dell’immagine di Dio, ed è quindi considerato, manco a dirlo, frutto del Maligno. Le deviazioni vengono sterminate, sterilizzate o bandite e mandate alle Frontiere, una terra selvaggia e ostile.
Ma il caso vuole che proprio il figlio del predicatore, David, l’io narrante del romanzo, si riveli essere un mutante. Benché fisicamente risponda ai “requisiti” previsti dalla legge di Dio, è capace di comunicare telepaticamente con altri come lui e questo lo condurrà ad essere esso stesso vittima della caccia al diverso.
Ne I trasfigurati Wyndham ancora una volta si dimostra capace di raccontare i grandi mali e le paure del suo (e del nostro) tempo. Al primo impatto, è evidente il messaggio principale, la paura del diverso e del cambiamento. Il mutante rappresenta, in un ottica più vasta, tutto ciò che è “altro” è incomprensibile e a cui, anche storicamente, viene imputata la causa di tutti i mali.
“Perchè hanno paura? Noi non facciamo mica del male”
“Non sono sicuro di saperlo bene neppure io, il perchè. Ma hanno paura; è una cosa irrazionale, un sentimento, non un pensiero. E più sono stupidi, più pensano che gli altri dovrebbero essere uguali a loro. E quando hanno paura, diventano crudeli e vogliono fare del male a quelli che sono differenti”.
Ma grattando appena sotto la superficie, scopriamo un romanzo politico che solo per definizione potremmo chiamare distopia. Siamo nel 1955, in piena guerra fredda e appena 10 anni dopo la caduta di Hitler.
Dandogli questa collocazione storica, emergono prepotente moltissime tematiche storiche: non solo lo spauracchio del nucleare, che in quegli anni risuonava prepotentemente negli annunci radio sulla corsa agli armamenti, ma anche il mito della razza ariana, la cui purezza viene definita secondo regole dettate dagli uomini -e non da dio- e del dogma religioso utilizzato come baluardo di oscuri sentimenti e paure.
Con una narrazione fluida e scorrevole Whyndam ci mostra come la diversità sia soggettiva. Se qualcuno è diverso da me allora anche io sono diverso da lui e questo rende, di fatto, impossibile stabilire cosa è normale e consono da cosa non lo è. Anche volendo usare un metro religioso, come molte volte si è fatto in passato, la verità è che nessuno conosce la reale immagine -o come diceva De Andrè, la statura- di Dio.
John Wyndham
John Wyndham, pseudonimo di John Wyndham Parkes Lucas Beynon Harris, nasce in Inghilterra il 9 Luglio del 1903.
Fra gli autori più noti della seconda metà del Novecento, Wyndham ha ispirato con la sua opera molti celebri film di genere, fra l’horror e la fantascienza.
Mancato avvocato, dopo avere intrapreso in gioventù diverse strade (con scarso successo) avviò una carriera di scrittore nel 1931, pubblicando su una rivista statunitense il primo racconto, Worlds to Barter.
Presto si specializzò nel genere fantascientifico, del quale sarebbe diventato uno degli esponenti più celebri.
Fra i suoi romanzi più noti, ricordiamo I figli dell’invasione e I trasfigurati.
Libri recensiti dell’autore
- Genere: Distopico, Fantascienza, Romanzo
- Titolo originale: The Chrysalids o Re-Birth
- Lingua originale: Inglese
- Anno pubblicazione: 1955
- Isbn: 978-8865592496
- Casa editrice: Superbeat
- Pagine: 220