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Published in: Cinema, Film tratto da libro

Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi

★★★½☆

Titolo Originale: Lemony Snicket’s A Series of Unfortunate Events

Genere: commedia noir

Anno: 2004

Regia: Brad Silberling

Visto: in TV

Tre ragazzi dall’ingombrante cognome “Baudelaire”, Violet, Klaus e Sunny, perdono entrambi i genitori in un incendio. Questo però li porta a diventare eredi di una ragguardevole somma e allo stesso tempo ad essere oggetto della cupidigia del perfido conte Olaf, che cercherà in ogni maniera di eliminare i ragazzi ed i loro sfortunati tutori. Ma i tre fratelli si distinguono per capacità al di fuori del comune, cosa che darà ad Olaf del filo da torcere. Violet sa creare quasi dal nulla macchine portentose, Klaus è un lettore accanito e dotato di memoria fotografica, mentre Sunny morde qualunque oggetto e ha un acume ben al di sopra della sua tenera età.

 

Tratto dai primi tre episodi di una serie di libri per ragazzi scritta dall’autore Daniel Handler (in arte Lemony Snicket per l’appunto), il film si distingue soprattutto per un’ottima fotografia, di fortissimo impatto visivo (splendide scenografie e costumi, non a caso nominate all’Oscar). La pellicola palesa in alcuni momenti la longa manus del produttore Barry Sonnenfeld, già regista de “La famiglia Addams” e del suo sequel, due titoli che con il black humor tipicamente anglosassone di questo film hanno non poco in comune. Quella che però si sente ancor più è l’influenza non dichiarata di una certa estetica tipica delle pellicole di Tim Burton, benché col tempo divenuta parte dell’immaginario collettivo. Il film ci offre splendide immagini di ambienti di gusto prettamente ottocentesco e molto steampunk.

Come quasi ogni pellicola per ragazzi, anche questo film è attento a veicolare alcuni messaggi pedagogici, ma lo fa col tocco felice di una certa autoironia e con una dosata leggerezza durante passaggi che in altre mani sarebbero potuti risultare patetici. Nel complesso riesce quindi a farsi vedere con gradevole trasporto da un pubblico di tutte le età, e anzi la frecciatina finale lanciata dal Conte Olaf suona come critica proprio nei confronti di quegli adulti che si rifiutano di dare ascolto ai bambini.

Un film per adulti-bambini o viceversa.

 


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