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Published in: Cinema, Film tratto da libro

Dieci piccoli indiani

★★★½☆
  • Genere: giallo
  • Anno: 1945
  • Regia: René Clair
  • Visto: in DVD
Otto persone che non si conoscono tra di loro ricevono dal signor U.N. Owen un invito a recarsi in una villa situata su un’isola del Devon.
A popolare la villa e l’isola ci sono solo i signori Rogers, i domestici che accolgono gli invitati. Ben presto i dieci si renderanno conto di essere caduti in una trappola nella quale ciascuno di loro perderà la vita a causa di un delitto commesso e mai punito. Ad ogni morte eseguita in base ai dettami di una nota filastrocca, una delle dieci statuine poste sul tavolo della sala da pranzo, verrà distrutta dall’ospite misterioso e segreto. Ben presto ci si renderà conto che il signor Owen altri non è se non uno degli stessi invitati…

Tratto dall’omonimo libro di Aghata Christie, il film beneficia di un meccanismo perfettamente oleato che riesce a catturare l’attenzione in maniera quasi maniacale.

Con un incipit veramente straordinario ci vengono mostrate le personalità dei personaggi senza alcun bisogno di parole, ma ricorrendo solo a piccoli gesti e movimenti del volto. Si tratta di: Emily Brant, un’arcigna signorina già più un là con l’eta; Niki Starloff, un principe un po’ frivolo e fracassone; Vera Claythorne, una giovane e avvenente ragazza; Quincannon, un giudice; i signori Rogers, i domestici della villa che non hanno mai visto il signor Owen; Philip Lombard, un giovane un po’ scapestrato; Armstrong, un dottore col vizio dell’alcool; Blore, un detective privato; Mandrake, un ex-militare. Ognuno di loro viene accusato di un ben preciso omicidio dalla voce dello stesso padrone di casa che tuona all’improvviso dopo che l’ignaro signor Rogers pone un disco sul giradischi. Lo sgomento si impossessa dei dieci abitanti della villa che inizialmente negano qualsiasi veridicità di tali accuse, ma che una volta capito di doversi difendere a costo della vita, cominciano a confessarsi a vicenda i delitti commessi, volutamente o meno.

Dieci piccoli indiani“, abbastanza fedele al romanzo da cui è tratto, riesce a creare la giusta suspance, nonostante, almeno per chi abbia letto il libro, si conosca già il colpevole e i suoi trucchi per passare inosservato. La cosa più interessante della pellicola è che, come nel romanzo d’altronde, le vicende a sfondo giallo vengono inserite in un contesto di tipico humour inglese, che dà vita a momenti comici nonostante la tensione che si va via via creando.

La forza di questo film sta nei personaggi, tutti attori semisconosciuti ma con una grande espressività, descritti e delineati perfettamente nonostante ci venga raccontato ben poco di loro, e ai primi piani azzeccatissimi in cui sembra che i vari sospettati stiano parlando proprio con noi per scagionarsi. Tutti funziona grazie anche ad una sceneggiatura dal meccanismo perfetto, che trova il suo unico punto debole in un finale completamente stravolto rispetto al libro, che purtroppo toglie quella fatalità che invece contraddistingue il libro e che, personalmente, mi ha lasciata un pò perplessa.

ATTENZIONE!! Spoiler!
Il finale elimina tutta la tragicità e la fatalità del romanzo, per offrire allo spettatore un epilogo buonista e speranzoso gli unici due che si salvano dalle grinfie dell’ospite crudele e vendicativo che si fa giustizia da sé (laddove nel romanzo non si salvava veramente nessuno), sono gli unici due che in realtà non avevano commesso nessun delitto.

Il segnaframe

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2 comments on “Dieci piccoli indiani”

  1. Ho visto questo flm un sacco di tempo fa, e sono molto d’accordo col tuo giudizio: veramente bello, la tensione è alta anche se conosci già la storia, però il finale cambiato un po’ delude!

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