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Published in: Autori stranieri, Libri

Il viaggio della strega bambina – Celia Rees

★★½☆☆
  • Titolo originale: Witch child
  • Anno: 2001
  • Genere: Storico
  • Isbn: 9788884510600
  • Casa editrice:  Salani
  • Pagine: 197
  • Prezzo: 13,00</li
  • [cft format=2]
Una vecchia trapunta cela le pagine di un diario. Pagine che raccontano la storia di Mary, nipote di una strega. Quando la nonna viene condannata per stregoneria, Mary scappa per sfuggire allo stesso destino e si imbarca su una nave diretta in America, dove spera di trovare una nuova casa, un luogo dove poter essere una persona diversa. Presto cade vittima di superstizioni e sospetti che potrebbero farle subire lo stesso fato di sua nonna. Ma Mary è decisa a non farsi calpestare, torturare e uccidere per un crimine immaginario come la stregoneria.

Mi chiamo Mary.
Sono una strega. O meglio, qualcuno mi chiama così. “Figlia del diavolo”, “strega bambina”, mi sibilano per strada, anche se non conosco nè mio padre nè mia madre. Conosco solo mia nonna, Alice Nuttal: Mamma Nuttal per i vicini. Mi ha tirata su da quando ero piccola. Se per caso sapeva chi erano i miei genitori, non me l’ha mai detto.
“Figlia del re degli elfi e della regina delle fate, ecco chi sei tu”.
— incipit

Erano credo due anni che avevo questo libro in wishlist. Ecco, ora che l’ho letto, il mio commento si può riassunmere con “Vabho”…

L’autrice usa l’abusatissimo stratagemma del manoscritto, stavolta trovato cucito dentro la fodera di una coperta: il diario di Mary, nipote di una presunta strega, costretta a fuggire nel Nuovo Mondo con un gruppo di puritani (che è più meno come infilare la testa nella bocca del leone) per sfuggire a un crudele destino.

E’ un libro senza infamia e senza lode. Scorrere scorre, ma io l’ho trovato piatto, privo di pathos, con un lessico basilare e spesso sgrammaticato (nella stessa frase c’è un verbo al presente, uno al passato prossimo e uno al passato remoto…). I personaggi sono un pò buttati là, senza spessore, e la componente storica non è che un mero sottofondo per spiegare i pregiudizi e le superstizioni. E’ un libro a tratti piacevole, anche se ammetto di essermi annoiata per una buona parte della lettura. Si riprende nelle ultime pagine, dove finalmente succede qualcosa, che però è relativamente credibile. Insomma poteva andare peggio, ma anche molto meglio.

Il finale aperto (odio massimo) lascia il posto a un sequel, intitolato “Se fossi una strega”. Sto meditando se tentare l’impresa oppure no.

Se vuoi davvero leggere un libro storico scritto come si deve che parli delle supertizioni riguardanti le streghe, allora ti consiglio vivamente “La chimera” di Sebastiano Vassalli. Altro che questa roba qua.

Il segnalibro

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