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Published in: Cinema, Altri Film

Happy Family

★★★½☆
/
★★★★☆

Genere: commedia

Anno: 2010

Regia: Gabriele Salvatores

Visto: in DVD

Due famiglie incrociano i destini a causa dei figli sedicenni caparbiamente decisi a sposarsi. Un banale incidente stradale catapulta il protagonista-narratore, Ezio, al centro di questo microcosmo, nel quale i genitori possono essere saggi, ma anche più sballati dei figli, le madri nevrotiche e coraggiose, le nonne inevitabilmente svampite, le figlie bellissime e i cani cocciuti e innamorati. In poche parole, due famiglie di oggi, che sfuggono alle catalogazioni e alle etichette, in evoluzione continua, in equilibrio precario, vive, felici e confuse.

Happy Family è un film un pò particolare, che esce dagli schemi della recente commedia italiana: Ezio (Fabio De Luigi), ricco di famiglia e quindi non obbligato a lavorare, decide in un giorno di noia di scrivere una storia per farne un film. In perfetto stile Pirandelliano però, i personaggi sono esseri vivi, che escono dalla mente del narratore per vivere la loro storia. Sono i personaggi stessi a presentarsi, e a portarci all’interno della vicenda che inizia con due ragazzi, Filippo e Marta, appena sedicenni, che vogliono sposarsi a tutti i costi, e i componenti delle loro famiglie, entrambe benestanti anche se molto diverse. Ezio finisce per scontrarsi col suo racconto e farne parte, interpretando anch’esso un personaggio della storia e innamorandosi di Caterina. La storia sembra chiudersi in modo anomalo, con un finale aperto, ma a questo punto i personaggi si ribellano, chiedono di avere ognuno più spazio, e suggeriscono a Ezio che il cinema è finzione, e che nella finzione le storie devono essere a lieto fine. Ed è proprio questo il cuore del film, in cui la finzione è sottolineata da una bellissima fotografia, con colori ipersaturi e interni in cui tutto è tappezzato con lo stesso motivo,  inquadrature che non mettono i piedi per terra, restituendo una città incantata e, come ho già detto, i personaggi che parlano direttamente allo spettatore guardando in camera. La creazione e il prosieguo del suo racconto sembrano essere costantemente accompagnati da un senso di incertezza riguardo la sua riuscita. Alla fine egli sceglierà un finale che possa risultare gradevole per il pubblico e che faccia felici i protagonisti della storia.

Una commedia divertente ma anche una sorta di sarcasmo sottile (e qui scatta il vero significato di quest’ultima opera di Salvatores) tra ciò che appartiene al mondo dell’arte scenica e della finzione che deve necessariamente avere una trama ed una conclusione e ciò che invece rappresenta la nostra vita reale che spesso non ha nè l’una nè l’altra.

Preferisco leggere o vedere un film che vivere… Nella vita non c’è una trama!
– Groucho Marx

Frasi dal film

“Non si può prendere in giro la gente, nei film come nella vita.”

“Il mio psicoanalista dice che nella vita non puoi fare il regista! Al massimo puoi fare l’attore.” (Caterina)

 

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