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S. La nave di Teseo – JJ Abrams e Doug Dorst (con guida alla lettura e soluzione degli enigmi)
Uno straordinario libro nel libro
Questo è un libro impegnativo. Lo dico prima. E’ uno di quelli che si possono chiamare “experience book”, in cui la mera lettura della trama non è la sola componente di intrattenimento.
Tutto parte da un’idea di JJ Abrams, il pazzo ideatore di Lost per intenderci. Un giorno Abrams passeggia per il parco e su una panchina trova un libro con l’iscrizione: “a chi trova questo libro si prega di leggerlo e portare il libro da qualche parte e lasciarlo in modo che qualcun altro lo possa leggere”, e SBAM, gli parte il genio. Chiama uno scrittore semisconosciuto, Doug Dorst, e insieme danno vita a S. – La Nave di Teseo, un libro nel libro, fatto di molteplici livelli e di storie intrecciate, di indizi, rivelazioni e misteri.
L'”oggetto S.” si presenta come un cofanetto, all’interno del quale è contenuto un libro, La nave di Teseo, un tomo all’apparenza piuttosto vecchio e usurato, con tanto di tagliando della biblioteca, pagine ingiallite e ricolmo di fogli, cartoline e appunti.
L’opera è dello scrittore (fittizio) V.M. Straka, autore non solo prolifico, ma a quanto pare anche sovversivo ed enigmatico, sulla cui vera identità si indaga da anni. La trama del libro tratta di un uomo chiamato soltanto S. che, colpito da amnesia, si ritrova a viaggiare su una strana nave in compagnia di una ciurma inquietante, cercando sè stesso e il suo passato. Ma dietro la storia si nasconde qualcos’altro, un diverso livello di lettura che racconta ben altro.
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Malpertuis – Jean Ray
La dimora del Maligno
Pubblicato nel 1943, e in Italia per la prima volta nel 1966 dalla Sugar, entrambe le successive edizioni italiane del libro, di cui l’ultima uscita nel 2006 per la collana Urania Horror di Mondadori sono ormai fuori catalogo. L’ultima versione è però acquistabile in ebook su tutti i più conosciuti ebook-store.
Cosa c’è di più affascinante di un’antica dimora, enorme e oscura, il cui nome, Malpertuis, significa “dimora del Maligno”?
Malpertius è, per sommi capi, una sorta di giallo-horror, o, come lo si definisce nella postfazione, weird, ovvero un horror in cui “non tutti i mostri vengono per nuocere”.
Il narratore, ladro di mestiere, viene in possesso di un plico contenete diari, appunti e scritti vergati da quattro diversi narratori, che hanno come soggetto proprio la dimora di Malpertuis la quale, secondo questi documenti, cela un oscuro segreto sui suoi abitanti.
C’è, narra Duocedame il Vecchio, una strana e misteriosa isola dispersa nell’Egeo, un’isola dove creature si agitano tra le nebbie ed elevano al cielo i loro goffi, gutturali lamenti. Su questa isola c’è la dimora dello zio Cassave, una gotica costruzione avvolta nell’oscurità perenne, dove le candele che illuminano i corridoi vengono spente da sinistre entità per torturare uno degli abitanti, il povero Lamparnisse. Oltre a Lamparnisse, nella casa vive, costretto alla coabitazione a seguito dello strano testamento dello zio Cassave, un bizzarro gruppo di persone formato da parenti, domestici e strani estranei.
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Dirk Gently, agenzia investigativa olistica – Douglas Adams
Dirk Gently, sconclusionato olistico psicosassico
Dirk Gently (il cui vero nome potrebbe essere Svlad Cjelli se non avesse il vezzo di cambiarlo continuamente) è il titolore di una singolare agenzia investigativa che usa il metodo olistico per indagare sugli unici casi che gli passano tra le mani: gatti scomparsi. E’ convinto infatti “che il punto importante sia la sostanziale interconnesione di tutte le cose”. Richard Mc Duff, giovane informatico e suo vecchio amico del college, viene accusato dell’omicidio del proprio capo nonchè fratello della fidanzata, Gordon Way. Starà proprio a Dirk provare a dimostrare la sua innocenza, cercano una connessione tra l’omicidio, un divano irrimediabilmente incastrato per le scale, un Monaco Elettrico difettoso, il poeta Samuel Taylor Coleridge e una serie di fenomeni paranormali.
Dirk Gently, agenzia investigativa olistica è il primo capitolo di una saga ahimè rimasta incompiuta a causa della morte del compianto Adams, che ci regala un altro piccolo capolavoro di comicità inglese. Lontano dai grandi detective, Dirk conserva la tipica essenza da squattrinato hard boiled unita ad una buona dose di cialtroneria. Non usa la scienza, fa magie, ipnotizza, chiede aiuto ad un bambino per avere suggerimenti e pare vada a casaccio, ma nel fare questo è sempre padrone di quello che succede più di tutti gli altri.
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Il gigante sepolto – Kazuo Ishiguro
Un percorso sulla perdita della memoria
Ishiguro sconfina in un genere considerato forse “di second’ordine” come quello del Fantasy (le discussioni su Internet riguardo all’argomento si sono sprecate, e lo stesso Ishiguro ha voluto precisare che questo libro non fosse in effetti un fantasy, scatenando le ire dei fan del genere), costruendo però non una storia di epiche imprese, bensì, come egli stesso afferma, usandolo come un veicolo per sperimentare un percorso sulla memoria e, soprattutto sulla perdita della memoria, intesa non solo come memoria personale, ma anche come memoria storica e collettiva, un viaggio allegorico nella nebbia dei ricordi, alla ricerca di qualcosa di perduto che potrebbe però portare con sé anche un pesante fardello.
Il linguaggio è avvolgente, elevato ma senza mai essere complesso solo per il gusto di esserlo, le frasi scorrono ritmiche, dimostrando una profonda ricerca che però rimane nascosta e che non ha la pretesa, o forse il bisogno, di essere mostrata.
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Trilogia della città di K. – Ágota Kristóf
Un racconto di guerra minimale, straziante, doloroso senza mezzi termini
Questa è la storia di Claus e Lucas, o Lucas e Claus. Questa è la storia di entrambi o di nessuno di loro. E’ la storia di due gemelli i cui nomi contengono le stesse lettere disposte in ordine diverso, che scrivono la loro storia come fossero un essere solo, o forse due.
I tre romanzi, pubblicati nell’arco di 5 anni, sono uno spaccato di guerra che inizia come autobiografia dell’autrice stessa, nata in un villaggio dell’Ungheria “privo di stazione, di elettricità, di acqua corrente, di telefono”. Lo stesso “Grande quaderno”, come essa stessa rivela, nasce da piccoli racconti autobiografici sulla sua infanzia vissuta assieme al fratellino durante la Seconda Guerra Mondiale e la repressione perpetrata dall’Armata Rossa per soffocare la rivolta popolare contro l’invasione sovietica del 1956. “Poi cambiai il mio nome e quello di mio fratello e trasformai i personaggi in due maschi e poi in due gemelli. Da quel momento non scrissi solo di cose da me vissute ma cominciai a immaginare altro. Lasciai l’autobiografia e riorganizzai quei capitoli per uno struttura romanzesca”.
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Prima di morire addio – Fred Vargas
Un ironico giallo ambientato a Roma
Henri Valhubert, editore ed esperto d’arte, viene assassinato mentre è a Roma per indagare su un misterioso disegno di Michelangelo apparso sul mercato francese. Ad essere coinvolti e ad indagare sul caso ci sono Claude, detto Claudio, figlio di Henri, i suoi due amici con cui forma uno strano triumvirato imperiale, una donna affascinante, il commissario Ruggeri e l’investigatore privato Valence, mandato dalla famiglia Valhubert per insabbiare il caso.
Ho letto recensioni non bellissime su questo libro, e questo mi fa ben sperare sul resto della bibliografia della Vargas che ho intenzione di divorare, perché a me è piaciuto molto. Chi mi legge sa che non sono un’amante dei gialli, non perché non mi piaccia il genere ma perché di solito ho difficoltà a ricordarmi i nomi dei personaggi. Qui invece il problema non si pone: i personaggi sono pochi, e così ben studiati che diventa impossibile confonderli l’uno con l’altro. Sono, a loro modo, così strambi e surreali da sembrare vivi.
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The Resurrectionist: The Lost Work of Dr. Spencer Black – Eric B. Hudspeth
Da avere anche solo per il meraviglioso compendio illustrato
Affascinante fusione di fiction e arte, pubblicato nel 2013 dalla Quirk Books che, come dice in nome, pubblica libri “strani”, The Resurrectionist è, in effetti, una strana storia. La trama, anche se forse non straordinaria, regge, ed è una grottesca, disturbante, e a tratti assurda cronaca della vita del dottore dall’infanzia fino alla discesa nella follia di una di quelle menti che non sono mai dome, che sentono il bisogno di spingersi sempre più in là, di esplorare l’inesplorato ma anche, forse, l’inesplorabile, in cui i fan dell’horror o del macabro riconosceranno subito nel protagonista l’archetipo del genio, spinto alla psicopatia dalla stessa illuminazione che lo ha elevato all’inizio.
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Le montagne della follia – Howard P. Lovecraft
Una spedizione in Antartide si trasforma in orrore cosmico
Scritto nel 1931 e rifiutato da cinque editori prima di vedere finalmente la luce nel 1936 tra e pagine di Astounding Stories, questo racconto lungo narra la storia di un gruppo di scienziati ed esploratori sbarcati in Antartide nel 1930. E’ il protagonista stesso a raccontare la storia, che più che un diario scientifico, è un vero e proprio avvertimento volto a scoraggiare scienziati e curiosi dall’idea di intraprendere qualsiasi futura esplorazione nella regione. Degli strani ritrovamenti e un’imminente tragedia metteranno infatti in discussione non solo tutte le teorie scientifiche sullo sviluppo della vita sulla Terra fino ad allora formulate, ma l’esistenza stessa dell’uomo.
E’ più che mai evidente che questo libro soffre l’età che ha. L'”orrore cosmico” che con tanta fatica Lovecraft costruisce pagina dopo pagina, è, per la nostra sensibilità “moderna”, ingombrante, contorto, lento. I colpi di scena nella trama sono suggeriti decine di pagine prima. E nonostante questo l’ossessiva vividezza delle visioni create dal lucido delirio di Lovecraft è impressionante.