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Gorbaciof
Questo film è il manifesto dell’essenzialità cinematografica. Con una narrazione lineare e priva di orpelli, dove le immagini e i silenzi la fanno da padroni, racconta la vicenda di Marino Pacileo, detto Gorbaciof per una voglia sulla fronte che ricorda quella dell’ex presidente dell’Unione Sovietica. L’uomo vive un’esistenza cupa e solitaria, diviso tra il noioso lavoro di contabile del carcere di Poggioreale, e la passione per il gioco d’azzardo, scommesse, slot machine, e soprattutto le partite a carte, nel retrobottega di un ristorante cinese.
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Happy Family
/ Genere: commedia Anno: 2010 Regia: Gabriele Salvatores Visto: in DVD Due famiglie incrociano i destini a causa dei figli […]
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Dieci piccoli indiani
Tratto dall’omonimo libro di Aghata Christie, il film beneficia di un meccanismo perfettamente oleato che riesce a catturare l’attenzione in maniera quasi maniacale.
Con un incipit veramente straordinario ci vengono mostrate le personalità dei personaggi senza alcun bisogno di parole, ma ricorrendo solo a piccoli gesti e movimenti del volto. Si tratta di: Emily Brant, un’arcigna signorina già più un là con l’eta; Niki Starloff, un principe un po’ frivolo e fracassone; Vera Claythorne, una giovane e avvenente ragazza; Quincannon, un giudice; i signori Rogers, i domestici della villa che non hanno mai visto il signor Owen; Philip Lombard, un giovane un po’ scapestrato; Armstrong, un dottore col vizio dell’alcool; Blore, un detective privato; Mandrake, un ex-militare.
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Speciale B-movies: animali killer
In questo sito parlo sopratutto di libri. Ma se andate a spluciare un po’ di post (o anche nel menu delle categorie qui accanto), si nota che ogni tanto non posso esimermi da spendere qualche parola anche per i film. In questo caso specifico è da un po’ che ci penso, ed è venuto il momento di srotolare un pò di sana cultura B-movie. Voglio dedicare questo primo speciale (e forse ultimo?) a un genere che mi diverte molto e del quale seguo i vari passaggi in tv alle ore più assurde: gli animali killer. Si, lo so, non ve l’aspettavate. Sicuramente non rientrano nel gotha del cinema, né nei migliori film da vedere prima di morire, ma un po’ di cultura underground non può far male a nessuno.
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Oliver Twist
Tratto dall’omonimo romanzo di Charles Dickens, questo film è una versione relativamente recente della storia, che segue altri 4 film sullo stesso tema. Mi ci è voluto un po’ per elaborare un pensiero su questo film. Questo è dettato dal fatto che il libro non mi ha entusiasmata per la sua trama estremamente artificiosa. Il film forse aiuta in questo, perché per ovvi motivi di tempistiche (ci sarebbero volute 5 ore di film per trattare tutti i fatti narrati nel libro) la storia è semplificata e “potata” di netto di diverse parti, rendendo il tutto piuttosto lineare e scorrevole.
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L’esercito delle dodici scimmie
Twelve Monkeys è tratto dalla sceneggiatura di David e Janet Peoples (autori di script come Blade Runner di Ridley Scott e Gli spietati di Clint Eastwood) ed ispirato dal cortometraggio di Chris Marker La Jetée. Il film si presenta come un puzzle dai pezzi sparsi un po’ dappertutto, dove l’unica tessera di riferimento a cui il Cole dovrà aggrapparsi è la fantomatica organizzazione denominata Esercito delle dodici scimmie, coinvolta più o meno direttamente nella responsabilità dell’inizio del contagio. Pochi elementi che dovranno essere approfonditi tra un continuo andirivieni tra passato, presente e futuro che metteranno alla frusta la fragile percezione della realtà del protagonista, arrivando persino a credere di essersi immaginato tutta la vicenda e di aver vissuto l’immensa allucinazione di uno schizofrenico.
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La ragazza con l’orecchino di perla
Tratto dall’omonimo libro di Tracy Chevalier, a sua volta scritto per dare una storia all’enigmatico volto dipinto dipinto da Vermeer ne “La ragazza col turbante”. Delicato, ricco di silenzi intrisi di emozioni, è una pellicola che davvero merita. L’ambientazione storica è bellissima, e il mio amore per l’arte non può non sciogliersi per la passione trasmessa dal pittore nello spiegare i colori e i giochi di luci e ombre alla giovane Griet. Un applauso alla fotografia, che meravigliosamente riproduce la luce, quella luce che rende meravigliosi i quadri di Vermeer. Degni di menzione sono l’ottima ricostruzione della cittadina olandese di Delft, negli interni così come negli esterni, e i bellissimi costumi. Meravigliosa anche la ricostruzione dello studio di Vermeer, che segue alla lettera i dettagli che sono visibili nei suoi quadri, dalle finestre al clavicordo usato in vari quadri.
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Storie di ordinaria follia
Tratto dall’omonimo libro di Charles Bukowski, che io ho molto amato, il film è un tantino deludente. Favoloso nella parte poetica che il grande Bukowski mette in ogni suo racconto, manca invece del rovescio della medaglia, la fame, l’alcolismo, i soldi guadagnati giocati ai cavalli, alla base della vita sciagurata e sregolata della scrittore.
L’idea di base dovrebbe essere il male di vivere, fortemente radicato negli scritti di Bukowski, che passa da una bottiglia all’altra e da una donna all’altra, che tocca il fondo del barile e ogni volta, miracolosamente, si rialza.