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Flatlandia – Edwin A. Abbott
Questo non è un libro sulla matematica
Flatlandia è una fiaba ambientata in un mondo bidimensionale, in cui un valente quadrato ci guida, obbligandoci quasi a mutare lo sguardo, attraverso un microcosmo in cui gli abitanti riescono a vedersi solo di lato, linee più o meno sfumate a seconda della quantità dei loro lati, dove le gerarchie sociali fanno da padrone, e ogni particolare della vita di un Flatlandese è condizionato da questa particolare condizione spaziale.
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La sovrana lettrice – Alan Bennett
Bennett utilizza uno stile ironico ma anche sensibile, mostrandoci non solo il lato divertente del continuo nervosismo del primo ministro quando la regina inizia ad arrivare tardi alle cerimonie o vi partecipa senza alcun trasporto, ma anche la difficoltà che la regina stessa prova prima nel compiere un gesto che sia egoistico e che prescinda dai suoi doveri (leggere per sè, per il piacere di farlo, non per ragguagliarsi sui fatti) e poi per l’evidente differenza sociale che la rende unica rispetto a tutto il resto del popolo, che può godere di certe sottigliezze (ad esempio quelle basate sulle differenze sociali nei romanzi di Jane Austen) che lei fatica a cogliere.
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Il nipote del mago – Clive S. Lewis
Tutto inizia con i piccoli amici Polly e Digory che decidono di esplorare la soffitta di una casa abbandonata che si trova attaccata alle loro. Per fare questo passano dal sottotetto, ma sbagliando i loro calcoli si ritrovano nel misterioso studio dello zio di Digory, sedicente mago, che fa strani esperimenti con due anelli e dei criceti. Con l’inganno esso costringe Polly a toccare uno degli anelli, e la bambina magicamente scompare. Sarà Digory, ormai costretto a seguire la sua amica per non lasciarla da sola in una dimensione sconosciuta senza la possibilità di poter tornare indietro, a catapultarsi nel magico mondo portando con sè gli anelli che permettono di tornare indietro. Essi visiteranno il mondo della perfida maga Jadis ed infine scopriranno Narnia, catapultandosi in questo mondo proprio nel momento della sua creazione ad opera del Leone Aslan.
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Il viaggio della strega bambina – Celia Rees
L’autrice usa l’abusatissimo stratagemma del manoscritto, stavolta trovato cucito dentro la fodera di una coperta: il diario di Mary, nipote di una presunta strega, costretta a fuggire nel Nuovo Mondo con un gruppo di puritani (che è più meno come infilare la testa nella bocca del leone) per sfuggire a un crudele destino.
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Il cimitero senza lapidi e altre storie nere – Neil Gaiman
Immagini di un’altra storia non scritta
Questa raccolta è una sorta di scrigno pieno di tesori: la scrittura di Gaiman ti culla, nella sua semplicità ma allo stesso tempo nell’essere creata con un estro indiscutibile. Molti di questi racconti hanno una sorta di finale aperto, che però, al contrario del solito (io detesto i finali aperti) non lascia con l’amaro in bocca, anzi crea un seme che poi germoglia, immagini che ci portano verso un’altra storia non scritta. Questo non finale spesso inquieta, lascia con un leggero senso d’ansia, come succede in Non chiedetelo a Jack, una brevissima storia su una sorta di giocattolo rinchiuso dentro una scatola che finisce assolutamente senza finire, ma che, personalmente, mi ha lasciato con un notevole senso di inquietudine. Altre storie sono divertenti come Come vendere il Ponte di Ponti o Cavalleria. Altre ancora hanno varie chiavi di lettura, e lasciano al lettore un abbondante spazio per calarsi in mondi che Gaiman ha solo accennato, ma che divento reali se si usa solo un minimo d’immaginazione.
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C’è un cadavere in biblioteca – Agatha Christie
St Mary Mead, una mattina come tante. Almeno fino a quando il colonnello Bantry e sua moglie Dolly vengono bruscamente svegliati da una cameriera terrorizzata, venuta ad annunciare che, nella biblioteca della villa, è stato trovato il cadavere di una sconosciuta in abito da sera, apparentemente assassinata. Nessuno degli abitanti della casa ha mai conosciuto la vittima, ma allora come spiegare il bizzarro ritrovamento? La polizia, subito interpellata, comincia le indagini, ma sarà la simpatica Miss Marple, con il suo occhio infallibile e la sua lucida capacità di far luce nei più tortuosi meandri dell’animo umano, a risolvere il caso.
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Tutta un’altra musica – Nick Hornby
Questo libero me l’ha regalato mamma per natale. Dice che le piaceva la scritta che c’era sulla fascetta. E forse è il libro sbagliato per iniziare a leggere Hornby. Intendiamoci, non che sia un brutto libro, ma forse mi aspettavo qualcosa di più dopo tutti gli elogi che ho sentito su Alta Fedeltà (che tra l’altro non ho ancora letto)…
La scrittura è lineare e scorrevole, non stupisce con fuochi artificiali ma neanche annoia. La storia si srotola intorno alla vita di Duncan, che vive gran parte della sua vita alla ricerca di informazioni su Tucker Crowe, cantante idolo della sua vita scomparso dalle scene da molti anni, e di Annie, la sua compagna combattuta tra la noiosa sicurezza della vita con Duncan e cambiamenti inaspettati che la attendono dietro l’angolo…
La narrazione scorre bene, i personaggi sono interessanti, ma c’è un certo nonsochè che manca, come se fosse tutto un pò troppo piatto, o mancante di approfondimendimenti introspettivi almeno là dove la storia li richiderebbe (insomma, una che lascia il suo tipo dopo 15 anni perchè è andato a letto con un’altra non può liquidare tutto con un “prendi le tue cose e ciao”). Quà e là strappa qualche risata e comunque, in generale, è stata un lettura piacevole.