È il giorno del suo centesimo compleanno e invece di prender parte alla festa organizzata in suo onore dagli amici della casa di riposo, Allan Karlsson decide di fuggire. Scavalca il davanzale della sua finestra e, pantofole ai piedi, raggiunge la stazione degli autobus. Qui avviene il fortuito incontro con un giovane, il quale gli affida temporaneamente (ovvero giusto il tempo di un salto alla toilette) una valigia. Allan non ci pensa due volte e si fionda sul primo autobus in partenza portando con sé la valigia che, ben presto, scoprirà contenere 52 milioni di corone svedesi. È questo l’inizio di un’avventura, a tratti esilarante e surreale, che porterà il non poi così onesto Allan ad una fuga dal proprietario della valigia, che non era un samaritano ma un pericoloso criminale, membro dell’organizzazione Never Again, e all’incontro con Julius Jonsson, ladro e truffatore. I due affronteranno il loro viaggio on the road tra Mercedes, camion, incontri improbabili e donne fatali.
La cronaca della fuga si alterna ai racconti della vita passata del protagonista, che vive la sua gioventù in uno dei periodi più complessi della storia mondiale, e ci restituisce un resoconto storico del ‘900 a partire dagli anni della rivoluzione russa, per proseguire con l’incontro con grandi personaggi quali Franco, Mao, Stalin e Churchill. Allan, che suo malgrado diviene esperto di esplosivi, odia la politica e cerca sempre di starne fuori, pur trovandosi ogni volta a contatto con persone che lo vogliono convertire, da una parte o dall’altra. E’ inconsapevolmente protagonista di avvenimenti unici e ce li racconta come semplici pezzi di vita, portandoci in giro per mezzo mondo tra vicende improbabili e incontri ancora più improbabili.
Da molti è stato definito “il Forrest Gump svedese”, ma a me fa più pensare a Big Fish, forse meno noto ma più calzante. La storia di Allan infatti è un continuo susseguirsi di accadimenti incredibili, sempre a metà strada tra una morte certa e una fortuna sfacciata.
Il libro risulta scorrevole e piacevole. Jonas Jonasson fa centro, utilizzando ottimi escamotage letterari che interrompono i capitoli sempre al momento giusto, lasciandoci con la curiosità di sapere in quale altra rocambolesca avventura si caccerà il nostro Allan. L’assurdo si sposa bene con l’umorismo, e c’è da dire che tutto torna. E anche i personaggi più insignificanti tornano, sempre.
In Svezia è stato il best seller della scorsa stagione, che in patria ha venduto più di mezzo milione di copie grazie al passaparola e presto diventerà un film. In Italia è stato pubblicato da poco più di un mese. Io, nel mentre, lo consiglio. Un paio di dubbi mi rimangono.. Ma davvero gli svedesi riescono a pronunciare i nomi dei loro paesi? E… quanti diavolo sono 52 milioni di corone svedesi?!?
Se vi siete incuriositi e volete leggere i primi due capitoli in anteprima, QUI c’è il sito dedicato al libro.
Trasposizioni cinematografiche
Nel 2013 è uscito nelle sale cinematografiche il film omonimo, prodotto e diretto in Svezia, regia di Felix Herngren.
Nel 2016 il film ha avuto un sequel intitolato “L’uomo di 101 anni che non pagò il conto e scomparve” diretto dallo stesso Felix Herngren insieme a Måns Herngren.
Frasi dal libro
Karlsson è, o era, incredibilmente in forma per la sua età, quantomeno a livello fisico, tanto da riuscire a scavalcare una finestra presumibilmente senza aiuti. Ulteriori accertamenti fanno pensare che agisca da solo. L’infermiera, nonché direttrice dell’istituto, Alice Englund afferma che “Allan è senza dubbio vecchio, ma è anche un maledetto farabutto che sa esattamente quello che fa“.
Il comandante fu quasi sul punto di far fucilare Allan, quando questi si rifiutò caparbiamente di rendere omaggio al socialismo e alla repubblica pretendendo di lavorare in borghese. O, stando alle parole di Allan: “Un’altra cosa… se devo far saltare i ponti per te lo faccio con indosso il mio maglione, se no fallo da solo.”
Allan Karlsson non aveva grandi esigenze: gli bastavano un letto, cibo a sufficienza, qualcosa da fare, e a intervalli regolari un goccetto d’acquavite. In tal caso era in grado di sopportare quasi ogni cosa.
L’argomento di cui i marinai parlavano di più era la guerra in Corea […] Allan aveva capito che era andata così: la penisola coreana non era più unita da quando si era conclusa la seconda guerra mondiale. Fraternamente, Stalin e Truman avevano occupato ognuno la propria parte di territorio in modo che il trentottesimo parallel0 dividesse il nord dal sud. A quel punto avevano avuto inizio delle diatribe su come la Corea potesse autogovernarsi, ma dal momento che Stalin e Truman non si erano trovati molto d ‘accordo sulla gestione futura (a dire il vero, per niente), il risultato era stato analogo a quello della Germania: gli Stati Uniti avevano creato una Corea del Sud, a cui l’Unione Sovietica aveva contrapposto una Corea del Nord.
Dopodiché avevano abbandonato i coreani a loro stessi.
Il Segnalibro
- Genere: Romanzo, Umoristico
- Titolo originale: Hundraåringen som klev ut genom fönstret och försvann
- Lingua originale: Svedese
- Anno pubblicazione: 2009 (prima ed. italiana 2011)
- Premio: Miglior libro dell'anno 2009 in Svezia
- Isbn: 9788845266522
- Casa editrice: Bompiani
- Pagine: 446
Il titolo mi ha incuriosio dalla prima volta che l’ho letto! E adesso sono ancora più curiosa! 🙂 Intanto mi sono scaricata il segnalibro! 😀
Ho appena pubblicato il mio commento per questo romanzo sul mio blog; ma sai che abbiamo scritto le stesse identiche cose?? Soprattutto mi ha sconvolta vedere che anche tu, più che a Forrest Gump, hai pensato che ricordasse Big Fish! ^_^ Sono d’accordo con te anche sul fatto che i personaggi tornino tutti, anche quelli secondari e sono tutti divertentissimi, soprattutto Herbert Einstein!