Billy Argo non è un romanzo di formazione, non é una detective story, e non é un romanzo psicologico. Eppure unisce gli elementi di questi tre generi creando di fatto una storia dai contorni alquanto bizzarri.
Quando era giovane, Billy Argo era il miglior ragazzo detective che Gotham City, nel New Jersey, avesse mai visto. Insieme alla sorella e all’inseparabile amico, hanno risolto con successo i casi più complessi, consegnando alla legge i criminali più incalliti.
Ormai divenuto adolescente Billy è partito il college e la sorella, orfana del suo mito e della sua guida, si è suicidata, facendolo precipitare in una depressione che lo ha portato dentro un istituto psichiatrico per un decennio.
Adesso Billy è fuori, ha 30 anni e le fila di un’intera vita da riprendere in mano. Non più ragazzo, non più detective, Billy fatica a trovare il suo posto nel mondo e, ormai incapace di combattere il male, non riesce più a vedere il bene. Anche gli amici e i nemici di quando Billy era un giovane detective sono cresciuti. I supercattivi sono invecchiati e soffrono di Alzheimer, ma tentano ancora di portare a termine piani malvagi con tenera incapacità.
Quella di Billy Argo è un’allegoria impregnata di triste realismo. E’ un libro candido e allo stesso tempo feroce, surreale, eccentrico, che racconta in maniera del tutto inaspettata l’incapacità di un animo puro di adattarsi a un mondo che non è più dorato come quello di un tempo, un mondo difficile da capire e che sembra ostile alla felicità.
Lui era il suo culmine, al culmine della propria intelligenza, al culmine della propria audacia. Torna a richiamare alla mente ciò che un tempo fu: il ragazzo con tutte le risposte, non un giovane uomo miserabile che sta evidentemente fallendo tutto in maniera miserabile.
Con una spiccata dose di intelligenza e black humor, Joe Meno utilizza tutti quegli elementi ripetitivi, che risultano familiari e confortanti per un bambino, (ad esempio il fatto che il protagonista indossi sempre lo stesso vestito, o che il clima sia sempre lo stesso a prescindere dalla stagione) per descrivere il disagio di un adulto, la malattia mentale, la solitudine, il senso di colpa, l’incapacità di uscire dal passato per guardare al futuro, la claustrofobica quotidianità della vita.
Dopo un’infanzia passata nel mondo idilliaco descritto nelle storie per bambini, in cui alla fine c’è sempre una risposta a ogni domanda e tutto si risolve per il meglio, Billy Argo si trova di colpo ad avere a che fare con misteri che non si possono risolvere, e “cattivi” che non possono essere sconfitti, come la morte. E il punto di questo libro è proprio il modo in cui si affronta l’irreparabile e l’inspiegabile, il difficile percorso per risalire la china e accettare che la vita continua.
Alla fine, il ragazzo detective imparerà che non tutto può essere spiegato, che l’ignoto e l’inspiegabile sono parti integranti, anzi forse il sale di una vita altrimenti insopportabile, e che non ha bisogno di un cattivo per dimostrare di essere un bravo ragazzo. Ha solo bisogno di prendersi cura di qualcuno.
Frasi dal libro
Il ragazzo detective fissa il dollaro molle e arricciato. Fissa il piccolo palmo della mano aperta della ragazzina, la sua strana faccia rotonda, la benda bianca sopra il suo occhio, gli occhiali spaccati. Pensa che l’immagine che sta osservando debba corrispondere a quella del suo cuore: piccolo, triste e schiacciato. (pag. 75)
“Ci ho pensato a lungo ormai. Magari noi tutti facciamo soltanto una cosa buona, tipo nella vita intera. Come me che tirai fuori dal fiume quel ragazzino: magari è tutto ciò di cui siamo capaci. Forse alcuni di noi non ci arrivano nemmeno. Forse siamo tutti davvero terribili, tranne che per una volta. Magari per un breve istante delle nostre vite – per il caso o per il destino e per le circostanze – semplicemente capita che facciamo la cosa giusta, la cosa migliore, e poi, beh, poi passiamo il resto delle nostre vite cercando di ingannare noi stessi convincendoci che ciò che abbiamo fatto non sia stato solo un colpo di fortuna o un errore. ” (pag. 132)
Lui era il suo culmine, al culmine della propria intelligenza, al culmine della propria audacia. Torna a richiamare alla mente ciò che un tempo fu: il ragazzo con tutte le risposte, non un giovane uomo miserabile che sta evidentemente fallendo tutto in maniera miserabile. (pag. 232)
“Dove si va a finire quando si muore? Ah ah. Avanti, avanti, diglielo Billy”
Billy sorride. “Si diventa una vocina nell’orecchio di qualcuno che gli dice che andrà tutto bene”. (pag. 331)
[…] il ragazzino comprende questo: le cose più importanti nella vita sono quasi sempre impossibili da prevedere. (pag. 346)
Il segnalibro
- Genere: Romanzo, Romanzo di formazione
- Titolo originale: The Boy Detective Fails
- Lingua originale: Inglese
- Anno pubblicazione: 2006
- Isbn: 978-8885540040
- Casa editrice: Pidgin
- Traduttore: S. Pirone
- Pagine: 396