- Anno: 2008
- Isbn: 9788846208903
- Pagine: 383
Madrid, anni Sessanta. Lucia ha 17 anni, i suoi genitori sono morti in un incidente aereo e i nonni l’hanno mandata dall’America Latina a studiare in un collegio di monache. Conosce un professore quarantenne, Manuel, erede di un’antica famiglia nobiliare. Manuel ha un’ossessione: riabilitare la regina Giovanna, figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, e madre dell’imperatore Carlo V. Ritenuta pazza per l’amore dimostrato nei confronti del marito Filippo il Bello, anche dopo la sua morte prematura, Giovanna era stata privata di ogni potere e rinchiusa per quarant’anni in un castello. Manuel fa indossare a Lucia un antico vestito di seta, le fa rivivere le vicende e le emozioni di Giovanna, sperando di scoprire attraverso di lei la verità sulla regina. E Lucia diventa Giovanna.
Una lettura piuttosto coinvolgente. Un bel romanzo storico sulla vita di Giovanna la Pazza, o meglio, Giovanna di Castiglia. Si perchè il tema focale della storia è proprio quello di dimostrare che Giovanna non era affatto pazza, ma pittosto agiva in maniera troppo moderna rispetto ai suoi tempi. Con la storia di Giovanna si intreccia quella di Lucia, studentessa di un convento orfana dei genitori che trova in Manuel, professore di storia ossessionato dalla vita di Giovanna, una nuova famiglia…
Interessante e ben narrata la storia di Giovanna, descritta in modo semplice ed immediato. La psicologia dei personaggi (storici) è delineata ottimamente e Giovanna appare in tutta la sua forza e intelligenza. Purtroppo non si può dire lo stesso della storia di Lucia che dovrebbe fare da filo conduttore, banale e abbastanza morbosa.
Lievemente troppo harmony in alcuni passaggi, forse non è una capolavoro ma sicuramente è stata una lettura piacevole.
Spoiler title
“Lo so, ma non riesco a capirlo” confessai, e andai a prendere un bicchiere d’acqua.
“La verità è che gli esseri umani sanno molto poco di coloro che li hanno preceduti nel tempo. Ereditano i loro travagli, ma non le loro esperienze. Ti assicuro, tuttavia, che quando avrò finito di raccontarti questa storia sentirai che ne sei stata parte, che tu e Giovanna non siete tanto diverse l’una dall’altra. Tu, al suo posto, avresti provato passioni simili; la stessa rabbia, la stessa disperazione… forse persino lo stesso amore devoto. Faremo rivivere questa regina. Solo così potremo comprenderla e giudicarla correttamente. Ma conosci le mie condizioni. Scenderò per aiutarti con il vestito.”
Scendemmo di nuovo nello spazio oscuro della sua camera e mi spogliai di nuovo, questa volta più lentamente, sentendo che il mio turbamento lasciava spazio al piacere, come se ogni parte di me che si liberava dei vestiti stesse venendo per la prima volta alla luce e scoprendosi di fronte a un altro si scopriva a se stessa Seduto su una panchetta, le ginocchia divaricate, i gomiti appoggiati sulle cosce e il mento tra le mani, Manuel mi orresvava, ma sia lui sia io evitavamo di guardarci negli occhi.
Alla fine mi strinse i nastri che passavano per la schiena e andavano annodati in vita. Era curioso l’effetto dell’abito e di quella cerimonia sulla mia psiche. Come se il contatto della pelle con quella gonna voluminosa, la seta, il velluto, facessero rivivere nella mente chissà quali oscuri ricordi di altri tempi e cedere la mia volontà alle voci della storia che si muovevano tra me e Manuel simili ad anime in pena bisognose di rivelare i propri segreti. Mi domandavo se non avessi già vissuto quell’epoca in una vita anteriore, se il fatto che Manuel e io ci fossimo incontrati fosse non opera del caso, ma piuttosto qualcosa di inevitabile, il risultato di una catena di fatti che necessariamente conducevano a quel pomeriggio, a quell’appartamento a Madrid.
Manuel si siede alle mie spalle. Sussurra. Sono Giovanna.
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