“Hai ricevuto il dono che fu fatto agli apostoli”
“Allora il regno è venuto”
“Si”
“E quand’è successo?”
“Duemila anni fa”
“Tu, inutile sacco di merda di cane”, esclamò Levi detti Biff, colpendo l’angelo sulla bocca. “Sei in ritardo”.
Ho opinioni contrastanti su Il vangelo secondo Biff… L’avevo comprato diverso tempo fa e poi era rimasto nella pila dei “prima o poi lo leggerò”. Nel frattempo qualcuno (<3) l’ha salvato dalla lista dei dimenticati leggendolo e dicendomi che era spassosissimo. Di Christopher Moore avevo già letto Suck! e mi ricordavo di essermi sganasciata dalle risate, quindi quando ho iniziato la lettura ero abbastanza ottimista anche su quest’opera, nonostante la mole (chi mi segue sa che ho una certa avversione per i libri voluminosi).
La storia parte da uno spunto interessante: i Vangeli ci raccontano la nascita e il ministero di Gesù… ma cosa accade nei 30 anni che dividono questi due eventi? E’ proprio su questo vuoto che Moore costruisce la sua personale, geniale e spassosa storia di Gesù, che ci viene raccontata da Levi, detto Biff, il tredicesimo apostolo nonché migliore amico di Gesù, resuscitato dall’angelo Raziel affinché scriva un nuovo e più completo vangelo.
Il racconto di Biff ci porterà in un lungo e rocambolesco viaggio attraverso il mondo e la crescita personale del Messia, senza farci mancare miracoli, monaci tibetani, kung fu, trucchi di illusionismo e angeli malati di soap opera, e strizzando l’occhio alle teorie che vorrebbero Maria Maddalena, detta Maddi, qualcosa si più di una semplice fedele.
“Allora, adesso che ne pensi della muraglia? Ora che ne abbiamo visto un bel tratto voglio dire”.
“Penso che sia pomposa e sgradevole”
“Se non le hanno ancora trovato un nome, potresti suggerire questi”.
E così accadde che quell’enorme costruzione divenne nota nei secoli come la “Pomposa e Sgradevole Muraglia Cinese”.
Se c’è da fare un elogio a questo libro, è che Moore riesce ad essere divertente senza mai essere blasfemo, rimandandoci una visione di Gesù molto più umana e a suo modo forse anche più vicina alla realtà, se ne esiste una. Dopotutto cosa potrebbe essere stato Gesù, prima di diventare il Salvatore, se non un ragazzo incerto sul proprio destino e terrorizzato dall’idea di sbagliare e deludere le aspettative della madre e arrabbiato con in Padre (non Giuseppe, l’altro) che gli ha affidato un compito così grande senza poi spiegargli come svolgerlo?
La figura di Biff è esilarante: ironica, sarcastica, un po’ sboccata, molto pragmatica e con una evidente passione per commettere atti impuri. Sarà lui ad accompagnare Gesù nel suo percorso sul “come diventare un Messia”, impegnandosi nelle sue stesse imprese anche se con risultati decisamente più scarsi e divertenti, e tentando di difenderlo fino all’ultimo dai pericoli della sua missione finale.
Nonostante tutto questo, e sebbene l’idea di base sia assolutamente geniale e il libro in fin dei conti scorra abbastanza bene nelle sue 574 pagine, non ho trovato ahimè lo stesso piglio che mi aspettavo da un’opera di Moore su questo argomento. Certe parti sono eccessivamente tirate per le lunghe e la risata viene spesso chiamata con scarsi risultati, almeno per quanto riguarda me. A volte si ride di gusto si, ma succede molto più raramente di quanto avessi sperato.
Mi viene da pensare che Moore abbia deciso di mantenersi sul politcally correct, in modo da scrivere una storia che potesse essere divertente e godibile per persone di tutte le confessioni, o non confessioni. Se questo da una parte porta ad un racconto spassoso e in alcune parti geniale, che nonostante l’ironia si srotola con un candore senza precedenti, forse dall’altra toglie qualcosa al piglio irriverente che contraddistingue l’autore. Ma del resto, come direbbe Gesù, chi siamo noi per giudicare?
Frasi dal libro
“Allora, adesso che ne pensi della muraglia? Ora che ne abbiamo visto un bel tratto voglio dire”.
“Penso che sia pomposa e sgradevole”
“Se non le hanno ancora trovato un nome, potresti suggerire questi”.
E così accadde che quell’enorme costruzione divenne nota nei secoli come la “Pomposa e Sgradevole Muraglia Cinese”. (pag. 265)
“Aspetta, aspetta. Che cosa abbiamo dato ai miti?”
“Fammi un po’ vedere… ah, eccola qui: ”Beati i miti, perché a loro diremo ‘Coraggio, ragazzi’”
“Mi sembra un po’ debole”
“Già” (Pag. 485)
La folla si fermò sulla riva e lo acclamò. Persino noi rimanemmo stupefatti davanti a quel nuovo miracolo e, seduti sul fondo della barca, lo guardammo avvicinarsi a bocca aperta.
“Che c’è?” chiese lui. “Cosa?”.
“Maestro, tu stai camminando sull’acqua” disse Pietro.
“Ho appena mangiato” rispose il Messia. “Bisogna aspettare un’ora prima di entrare. Potrebbero venirmi i crampi. Che c’è, nessuno di voi ha una madre?”. (pag. 507)
Il segnalibro
Christopher Moore
Christopher Moore è nato nel 1957 a Toledo e attualmente vive tra le Hawaii e San Francisco.
Prima di pubblicare il suo primo romanzo, La commedia degli orrori, nel 1992, ha lavorato come commesso in un supermercato, portiere di notte, lattoniere, cameriere, aiuto-fotografo di nera, assicuratore, piastrellista, vice-cuoco e deejay prima di dedicarsi completamente alla scrittura. Ha vinto numerosi premi, tra cui il prestigioso Quill Award per ben due volte consecutive. Il suo sito internet è www.chrismoore.com
Libri recensiti dell’autore:
- Genere: Romanzo, Umoristico
- Titolo originale: Lamb: the Gospel according to Biff, Christ's childhood pal
- Lingua originale: inglese
- Anno pubblicazione: 2002 (prima edizione italiana: 2008)
- Isbn: 9788865830017
- Casa editrice: LIT - Libri in Tasca
- Traduttore: Chiara Brovelli
- Pagine: 574