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Categoria: Autori stranieri

Published in: Autori stranieri, Libri

Manuale per sopravvivere agli Zombi – Max Brooks

Voto: 6 · Genere: Non narrativa, manuale

Incredibile la capacità di Borooks di convincerci che la possibilità di un attacco zombi è molto più vicina di quanto non possiamo immaginare, con la descrizione, al termine del libro, di attacchi documentati come la ciliegina sulla torta!

Sulle orme dei manuali di sopravvivenza molto di moda in America, in realtà questo libro si presenta molto più come un vero manuale di guerriglia urbana, nel quale la parola zombi può essere sostituita in molti casi con qualsiasi altra cosa possa mettere a repentaglio la nostra incolumità in caso di disastro o rivoluzione.

Ma pur sempre di un manuale si tratta, nel quale Brooks pesca a piene mani dall’immaginario collettivo sulla figura degli Zombi per propinarci una serie di spunti, o nozioni sulle varie armi, i metodi di fuga, l’asserragliamento in fortezze e, nel peggiore dei casi, la ricerca di un luogo dimenticato da dio dove condurre la nostra esistenza in un mondo completamente dominato da queste figure putride e barcollanti.

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Il gabbiano Jonathan Livingston – Richard Bach

Voto: 8 · Genere: Romanzo

Si, forse un argomento un pò trito e ritrito quello dello “staccati dal gruppo, non ti fermare alla prima difficoltà”, ma in questo libretto che si legge in un pomeriggio è espresso con un alone di magia. Ci troviamo a seguire le peripezie del gabbiano Jon, che viene espulso dallo Stormo perchè il suo sogno è di imparare a volare come nessun altro. Ricca di metafore questa piccola storia ci fa volare per un paio d’ore, e anche se il tema è un pò scontato, classico baluardo della New Age e della voglia di libertà, perchè in fondo non sognare per un pò?

Consigliato in una serata no, e se si ha bisogno di una piccola iniezione d’autostima.

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Trilogia di New York – Paul Auster

Voto: 6 · Genere: Detective storyes, racconti

Sarà che questo libro è un capolavoro, ma io l’ho trovato noiosetto. La scrittura è molto bella, questo è indubbio, elegante, forbita, ricca, ma la trama dei racconti è assolutamente inconcludente. Sicuramente il concetto dominante è la tematica del doppio, ben descritta e approfondita in ogni sua perversa sfaccettatura, ma secondo me assolutamente poco adatta al tipo di storie raccontate. Le “detective storyes”, come le chiama la quarta di copertina, sono in realtà un pretesto per una sorta di esercizio di stile con un continuo capovolgimento tra chi indaga e chi è indagato… Alienante forse fin troppo, non è riuscito a coinvolgermi affatto. Mi rimane la domanda se Paul Auster sia un genio che io non ho compreso o un venditore di fumo…

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Storie di ordinaria follia – Charles Bukowski

Voto: 9 · Genere: racconti

Bukowski prende come un calcio allo stomaco, ma alla fine non si può non provare tenerezza per quest’uomo e i suoi racconti, che si dibattono tra necessità di sopravvivere e voglia di lasciarsi morire. Bukowski vive nella merda e ci sguazza. La potenza della sua scrittura sta nel ripudio del mondo e della persona umana, in primis la sua, della società americana e dell’ambiente poetico-letterario, troppo altolocato e snob. La sua scrittura raggiunge apici poetici incredibili per poi rituffarsi nella melma, fa ridere da far male la pancia e fa piangere, e ci avvicina a questa figura assurda e particolare che scrive di sè stessa, di quello che è e non di quello che vorrebbe essere, un poeta ubriacone con le gambe grosse, perso per il gioco d’azzardo la birra e il sesso, e nient’altro.

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Papalagi – Tuiavii di Tiavea

Voto: 8 · Genere: diario

Vedere le cose da un’altra prospettiva ci aiuta a volte a capire quello che ci sembra scontato. “Papalagi” è la traduzione del discorso di un capo tribù delle isola Samoa che, tornato da un viaggio in Europa, cerca di descrivere al suo popolo gli usi dei Papalagi, ovvero dei bianchi. Non ci sono parole buone per noi poveri bianchi, che viviamo in “fessure di pietra” senza la luce del sole, incapaci ormai di arrampicarci su un banano troppo abituati alle nostre “pelli da piedi”, di gioire dei nostri averi perché costruiti da macchine senza cuore, troppo occupati a difendere il nostro “mio”. C’è incredulità da parte di Tuiavii per come l’uomo europeo abbia corrotto la sua natura e riesca a gioire di questo. Tuivaii vede tutto questo con gli occhi della semplicità e dell’amore per la Terra, e richiama tutti i popoli primitivi dei mari del sud affinché non si facciano corrompere dal luccichio della civiltà europea, dal momento che essa allontana l’uomo da sè stesso, lo priva di naturalezza e lo distoglie dalle vere gioie della vita. “Voi credete di portarci la luce, in realtà vorreste trascinarci nella vostra oscurità“.

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Il vecchio che leggeva romanzi d’amore – Luis Sepúlveda

Una storia tenera e struggente

Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” un titolo che mi faceva pensare ad un passato che non c’è più, di cui rimane la tristezza del ricordo… in un certo senso è proprio così, ma è di più, molto di più!

Si, è la storia dell’amore di un vecchio per il suo passato, per la moglie portata via troppo presto dalla malaria, un amore silenzioso, malinconico… ma c’è anche l’ amore gridato per la natura, per gli animali, per difendere la terra..
Ci racconta della violenza dei gringos, di chi distrugge e sfrutta senza capire le foreste dell’Amazzonia, ci mostra l’astuzia della sopravvivenza degli indios shuar di come combattono per difendersi contro i serpenti, le scimmiotte dispettose e violente, e gli animali feroci come il tigrillo..
Ma ci racconta anche della forte amicizia nata fra gli shuar ed il vecchio: “Desideravano vederlo, averlo accanto, ma volevano anche sentire la sua mancanza, la tristezza di non potergli parlare, e il salto di gioia che il cuore faceva loro in petto quando lo vedevano ricomparire.”
E di come gli shuar vivono l’amore: “Era amore puro, senza altro fine che l’amore stesso. Senza possesso e senza gelosia….. Nessuno riesce a legare un tuono, e nessuno riesce ad appropriarsi dei cieli dell’altro nel momento dell’abbandono.”…frase vera, importante tutti dovremmo percepire e vivere l’amore in questo modo, perché alla fine ognuno di noi e “solo”, e appartiene solamente a “se stesso”!
E poi quel filo sottile, ma robusto che tiene legato il vecchio alle sue origini, la sua passione per i romanzi d’amore, in cui emerge l’appagamento interiore che il vecchio prova nel leggere storie di amori travagliati, che fanno piangere e che forse riflettono quel mondo, dal quale egli fugge, preferendo la solitudine in una terra vergine e pericolosa… “….preferiva non pensare,

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Mattatoio n. 5 – Kurt Vonnegut

Voto: 9 · Genere: Romanzo storico, romanzo fantastico, fantascienza

La guerra senza parlare della guerra. La storia autobiogrofica del bombardamento di Dresda, durante la Seconda Guerra Mondiale, raccontata però non in maniera tragica, ma come sottofondo alla storia del povero Billy Pilgrim, improbabile viaggiatore nel tempo, esemplare di essere umano esposto allo zoo di Tralfamadore, uomo qualunque finito prigioniero dei tedeschi per una sfortunata casualità.

Ho letto opinioni discordanti su questo libro: c’è chi lo definisce un capolavoro, chi un’opera sopravvalutata, chi dice che doveva essere un libro pacifista e invece non lo è. E infatti non lo è. E non è neanche un libro di guerra, nè un libro di fantascienza. “Quasi non ci sono personaggi, in questa storia, e quasi non ci sono confronti drammatici, perchè la maggior parte degli individui che vi figurano sono malridotti, sono solo trastulli indifferenti in mano a forze immense“. Una scrittura ironica e divertente che affronta la tragedia in maniera nuova, senza esprimere opinioni ma lasciando al lettore il compito di leggere tra le righe.