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Carnaio – Giulio Cavalli
Un romanzo crudo ma necessario
Un corpo riverso nel mare, quel mare dove tutto ciò che galleggia, che siano pesci, gabbiani o buste di plastica, è per forza morto. La pelle sbiadita dall’acqua, ma con lineamenti chiaramente diversi e di un colore “altro”, la pelle di qualcuno che viene da “un altro mare”.
E’ così che inizia l’incubo di DF, fittizia -ma forse non troppo- cittadina del sud Italia. A quel cadavere senza nome e senza provenienza se ne aggiunge presto un altro, poi due, poi tre, finché non iniziano ad arrivare a intere ondate, migliaia e migliaia di corpi trascinati dal mare che si riversano senza sosta in città. Venuti da non si sa dove, quelli, e poco importa ai cittadini che non hanno tempo di farsi domande.