Il tema fondamentale della bassa magia cerimoniale lucana è la fascinazione (in dialetto: fascinatura o affascino). Con questo termine si indica una condizione psichica di impedimento e di inibizione, e al tempo stesso un senso di dominazione, un essere agito da una forza altrettanto potente quanto occulta, che lascia senza margine l’autonomia della persona, la sua capacità di decisione e di scelta.
— Incipit di Sud e Magia
Ernesto De Martino, insigne antropologo ed etnologo, intraprese negli anni Cinquanta una serie di viaggi nel Mezzogiorno, in particolare in Lucania, al fine di studiarne le sopravvivenze magiche, all’alba di quella rivoluzione tecnologica destinata, nel bene e nel male, a farne scomparire la maggiore parte. Il risultato di questo lungo e faticoso lavoro, compiuto grazie all’ausilio di altri studiosi e ricercatori, è questo saggio, Sud e Magia, edito per la prima volta nel 1959.
L’opera costituisce uno dei più compiuti tentativi di offrire una rappresentazione scientifica ed un serio studio etnografico su tutti quei fenomeni, definibili in senso lato come magici, che da secoli caratterizzano e, per così dire, permeano la cultura meridionale. Il successo del libro, dovuto anche e soprattutto al suo rigore scientifico, è dimostrato dal fatto che esso è stato ininterrottamente ristampato fino ai giorni nostri.
Al di là dei casi descritti, degli aneddoti e delle vicende curiose ed incredibili riportate, il pregio più grande dell’opera risiede nella profonda analisi dei rapporti tra paganesimo, cattolicesimo ed Illuminismo. De Martino, infatti, si domanda per quale ragione in una terra profondamente cattolica, che per di più ha dato i natali a grandi figure dell’Illuminismo italiano, permangano manifestazioni irrazionali e pagane quali quelle magiche.
L’autore cerca così di individuare cause e conseguenze di questo particolarissimo sincretismo, e di darne una spiegazione storica, senza però dimenticare che i tre elementi non possono essere separati, perché costituiscono il vero ed irrinunciabile sostrato di tutta la cultura del Mezzogiorno.
Come già detto, le conclusioni di De Martino si presentano sotto forma di saggio, rendendo il testo a volte ridondante e di non semplice comprensione.
Lo studioso si approccia al suo viaggio in maniera molto distaccata, rendendoci interi estratti dei suoi incontri con le persone del posto, il che lo presenta forse ai nostri occhi del nuovo millennio un po’ troppo come qualcuno che intraprende un’esplorazione in sconosciute foreste dell’Africa, piuttosto che in una parte del suo stesso Paese.
Anche se questa sensazione rispecchia in parte la reale situazione del profondo divario che divideva il Sud al resto d’Italia, soprattutto nell prima metà del ‘900, è anche vero che forse il senso critico di De Martino sembra in parte, anche se piccola, compromesso dal pregiudizio.
Nella difficile storia del Sud, la magia emerge come una forma di rifugio, che l’uomo accetta e accoglie per affrontare le incertezze e le incognite della vita quotidiana avvolta dalla miseria. La magia diviene quindi come un ordine che scandisce le diverse fasi della vita umana e conferisce un senso alla vita. L’uomo è fragile, la realtà esorbitante rispetto agli strumenti della ragione, e così il pensiero magico diventa rassicurante più dell’empiria. Ma questo non vale, mi domando, per qualsiasi tipo di credenza religiosa?
Nonostante De Martino dimentichi, o forse non consideri correttamente, che ogni religione, e non solo la magia, le credenze popolari o la jettatura, porta l’uomo a credere a soggetti, fatti e fenomeni che non hanno nessun riscontro scientifico, egli tenta comunque, al contrario di tutti i suoi predecessori, di legare il profondo legame che il Sud ha con tali fenomeni con le ragioni storiche e geografiche di tale fenomeno, rendendo probabilmente il sui lavoro uno dei saggi più completi, o almeno più ragionati, sull’argomento.
Il segnalibro
Ernesto De Martino
Ernesto de Martino (1908-1965), etnologo, antropologo e storico delle religioni, è stato uno dei massimi studiosi del folklore e della religione delle regioni del Mezzogiorno. A lui si devono un’interpretazione storicista delle manifestazioni magico-religiose e alcune innovative ricerche basate sull’etnografia e sul lavoro di équipe interdisciplinari. Oltre a Sud e magia (1959), ricordiamo: Naturalismo e storicismo nell’etnologia (1941), Il mondo magico (1948), Morte e pianto rituale nel mondo antico (1958), La terra del rimorso (1961), Furore simbolo valore (1962) e, postumi, La fine del mondo (1977) e Storia e metastoria (1995).
Libri recensiti dell’autore:
- Genere: Saggistica
- Lingua originale: italiano
- Anno pubblicazione: 1959
- Isbn: 9788807883774
- Casa editrice: Feltrinelli, collana Universale Economica
- Pagine: 216, con compendio fotografico in bianco e nero