Stanotte le stelle sono come luminosi proiettili incastonati nella pelle tesa del cielo. Prima che cadano e finiscano col farci male, sgocciolando il loro plastico lucore indecente, inizierò a raccontare la nostra storia.
— incipit
Tutti, più o meno, conosciamo la Lega degli Straordinari Gentlemen, capolavoro a fumetti di Alan Moore malamente massacrato dal film di Norrington del 2003. Mary Blindflowers, nome d’arte della sassarese Maria Antonietta Pinna, si ispira a questa storia per creare qualcosa di diverso: uomini straordinari sì, ma non perché dotati di poteri particolari, bensì nell’aspetto e, soprattutto, nel carattere.
Il protagonista, Abel Books, è nato con una strana mutazione: mentre il suo apparato interno è del tutto uguale a quello umano, la sua superficie, la pelle, è interamente composta da libri. La sua diversità lo costringe all’isolamento, finché non incontra il signor Empty, e con lui fonda il “Club degli Uomini Straordinari”, con il quale viaggerà in ultramondi fantastici, contraltari delle peculiarità di ognuno dei membri.
Una scrittura sublime, articolata, un linguaggio estremamente ricercato, forse a tratti pomposo -e non che sia per forza un male-, ci guida attraverso una profonda riflessione sul senso della vita e della morte, tra le piaghe della società moderna e alla ricerca di un mondo perfetto. Un po’ come ne “Il piccolo Principe”, i protagonisti dovranno confrontarsi non solo coi propri fantasmi interiori, ma anche con la cruda realtà della natura umana.
Forse a volte leggermente stereotipato e ripetitivo, con il suo ridurre all’osso tematiche estremamente complesse, portando per mano il lettore quasi ci si volesse accertare che ne abbia davvero capito il senso (sono sicura di aver letto degli indizi non solo nella descrizione, ma anche nei nomi dei luoghi visitati, che richiamano senza alcun dubbio un dove-quando reale), il libro rimanda comunque a bellissime riflessioni su temi più che mai profondi e attuali.
Una lettura breve ma intensa, adatta ad una serata meditativa in compagnia del proprio io.
Frasi dal libro
E’ nell’ordine naturale delle cose che la bellezza sia attratta dalla bellezza e la mostruosità dalla bellezza. (pag. 76)
“E a che servirebbe? Morto un Grande Sacerdote Supremo se ne farebbe un altro, morto l’altro, un altro ancora, all’infinito. Il potere non muore mai, si riproduce in continuazione perché affonda le sue radici contorte nella carne friabile e mutevole delle deboli coscienze. Una voce dissonante non basta. La massa è debole, influenzabile, superstiziosa e volgare.” (pag. 94)
O si è vivi o si è morti. Tutta apparenza. Perché il limbo è dentro di noi, perfettamente mimetizzato. Mischia furioso la notte ed il giorno. Per questo siamo tutti un po’ vivi e un po’ morti, ogni ora che passa diversi e confusi. Felici senza alcuna ragione, oppure tristi come foglie autunnali cadute. Buchiamo l’aria oltrepassando noi stessi oppure rimbalziamo contro muri di gomma, storditi, penosamente arrancanti sui sentieri di un ego abbattuto. (Pag. 166)
Il segnalibro
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Maria Antonietta Pinna, in arte Mary Blindflowers, nasce a Sassari il 28 giungo 1972. Laureata in materie letterarie, specializzata in criminologia clinica e psicopatologia forense. Esperta di libri antichi e moderni. Vive attualmente a Londra.
Il suo blog: Destrutturalismo
Inspira forma antica per ispira , Garzanti alla mano. Si affermativo andrebbe accentato per non confonderlo con il sostantivo che indica la settima nota musicale ovvero il pronome personale terza persona singolare.
Errori dovuti alla fretta, La ringrazio delle correzioni!