Luis Sepúlveda nasce a Ovalle nel 1949. A quindi anni si iscrisse alla Gioventù comunista e poco dopo iniziò a lavorare nel quotidiano “Clarin”. A vent’anni vinse il Premio Casa de las Americas con la raccolta di racconti “Crònicas de Pedro Nadie” e ricevette una borsa di studio nell’università di Mosca, dove rimase pochi mesi prima di essere espulso a causa di alcuni contatti che aveva con i dissidenti del luogo o per una relazione con una professoressa, il motivo dell’espulsione resta ancora incerto. Tornato in Cile fece parte del partito socialista e della guardia del Presidente Allende.
In seguito al colpo di stato di Pinochet, lo scrittore venne arrestato e torturato, ma grazie all’intervento di Amnesty International fu scarcerato e ritornò al suo vecchio lavoro, fece teatro, ma per gli argomenti trattati venne arrestato nuovamente con una condanna all’ergastolo che fu trasformata in una pena all’esilio, grazie al secondo intervento di Amnesty International.
Nel 79 andò a combattere in Nicaragua al fianco delle Brigate di Simon Bolivar e in seguito alla vittoria nella rivoluzione si trasferì ad Amburgo dove ha iniziato a lavorare come giornalista.